Lettera
Siamo un gruppo di cittadine e cittadini lucchesi preoccupati per lo stato di generale degrado della scuola pubblica sul nostro territorio e nel nostro paese. Siamo convinti che uno dei modi per uscire dall'attuale stato di crisi sia di allineare gli investimenti per l'istruzione previsti nel nostro paese a quelli degli altri paesi europei. Studi e statistiche internazionali confermano che ad ogni punto percentuale in più di laureati e diplomati corrisponde infatti un aumento del PIL, mentre la spesa totale per l'istruzione prevista in Italia è del 4,8% a fronte del 5,8% della media degli altri paesi industrializzati.
L'istruzione pubblica dovrebbe essere uno dei punti centrali nel dibattito sulla ripresa e la ricrescita del nostro paese e invece, violando ogni norma di trasparenza, poche settimane fa la settima commissione del Parlamento ha riesumato il vecchio e contestatissimo disegno di legge Aprea sull'autonomia delle scuole e con il consenso di PD, PDL e UDC evita la discussione in parlamento - cosa che è prevista solo in casi urgenti o di non rilevanza generale- e quindi non su un tema d'interesse e di rilevanza fondamentale come la scuola, per stravolgere l'assetto democratico e le finalità stesse della scuola. Senza un dibattito con i cittadini e con i diretti interessati vengono cancellati – per essere sostituiti da nuovi organi di cui non è chiara struttura e funzione- gli organi di rappresentanza scolastica che a partire dagli anni settanta avevano avviato, con la partecipazione diretta dei genitori e degli studenti, la democratizzazione dell'istituzione scolastica; viene concesso l'ingresso dei privati nei nuovi Consigli dell'autonomia, i nuovi Consigli di amministrazione della scuola (che sostituiranno i vecchi Consigli d'istituto); le scuole vengono lasciate libere di elaborare il proprio Statuto dell'autonomia e potranno decidere sull'offerta formativa anche in base ad accordi con i privati; nasce un Nucleo di autovalutazione strettamente correlato alle controverse procedure di valutazione dell'Invalsi.
Una legge che crea un caos normativo dove lo Stato rinuncia a definire i contorni della vita democratica all'interno della scuole e soprattutto a garantire alla scuola le finalità di crescita dell'individuo al di fuori delle logiche di mercato.
Denunciamo con forza questa procedura antidemocratica e chiediamo che sulla scuola si apra un dibattito serio e partecipato nel parlamento e nel paese.