Da qualche giorno nel nostro linguaggio quotidiano è entrato, con prepotenza mediatica, il termine “cerchio
magico” . Ma cosa è il “cerchio magico” ? Chi sono i cerchisti
magici ? Il termine in questione,
risale agli antichi babilonesi , ma se ne trova traccia molto frequente nel
periodo medioevale dei maghi e delle streghe. Si tratta di un cerchio
immaginario che racchiude al suo interno energie sublimi, esseri superiori e
potenti, lasciando fuori di esso le miserie della vita degli uomini comuni.
Dentro questo cerchio magico, dove si è protetti dal potere divino, si
prendono decisioni e si scelgono strategie di azione, insomma un vero centro
direzionale di potere. Il simbolo del cerchio rappresenta la pienezza , la
continuità e la ciclicità. il cerchio viene considerato un simbolo di pienezza
dell'individuo e l'archetipo dell' "io",
che si distingue dalla misera debolezza del “noi”. I “cerchisti magici” , sono gli individui,
che come i maghi ciarlatani e le streghe
cattive dell’età medioevale, esaltano il
proprio “io” acquisendo i poteri conferiti dal privilegio di vivere nel circolo
magico. Insomma l’arroganza dell’ ”io”
contro l’impotenza del “noi”. Il
cerchio magico è un modus vivendi di concepire l’esistenza ed è anche un
sistema di “governo” molto diffuso nel nostro Paese. Anche nelle governance
delle nostre scuole pubbliche esistono i cerchi magici. Conosco personalmente
dirigenti scolastici, che hanno creato il loro cerchio magico, cercando di
emarginare chi non ama queste logiche feudali
e degeneri. Dirigenti scolastici
che si considerano il centro del cerchio da cui si sprigiona l’archetipo dell’
io, tanto da diventare presidi-padroni e
non, come dovrebbe essere, custodi della
trasparenza, del rispetto delle regole e della buona amministrazione. Dirigenti
scolastici che parlando dicono: “la mia
scuola” , “il mio docente”,
usando in modo arrogante quel pronome
possessivo “mio” ,
dimenticando il valore profondo del pronome possessivo “nostro”. L’autonomia sfrenata e senza controllo, degenerata con le
politiche scolastiche proposte dal
cerchio magico berlusconiano, ha rafforzato la scuola dell’ ”io”, strangolando
l’ enorme potenzialità della scuola del “noi”. Ai cerchi magici, mi piacerebbe
contrapporre una divina figura matematica, che al contrario del cerchio
escludente, è una figura che include: “la
spirale aurea”. La spirale aurea nasce dalla divina proporzione di
pacioliana memoria, che attraverso il numero aureo ricavato dalla sezione aurea
di un segmento, riesce a stabilire che il rapporto sequenziale tra il lato corto e il lato lungo di un
rettangolo "converge" verso un
punto di fuga che non sarà mai in grado di raggiungere. Tale punto viene
denominato l'occhio di Dio. L’obiettivo
di una scuola seria e funzionale è
quello di percorrere la spirale aurea
che si allontana dalle logiche circolari e trova, con lo spirito collaborativo
e di apertura mentale dei propri docenti, la capacità di raggiungere tutti gli
obiettivi possibili, avvicinandosi asintoticamente a quel divino punto di fuga.
Lucio Ficara