Qualche
anno fa, una dirigente scolastica appena entrata in ruolo mi spiegò
le strategie da usare per dominare il collegio. Assopirlo, frastornarlo,
confonderlo a tal punto da ottenere lo scopo di raggiungere gli obiettivi che la
dirigente si era proposta. Strategie studiate con cura , come se il collegio
fosse un fastidioso concistoro fatto da tante cavie umane su cui fare
esperimenti per farsi le ossa .
Continuò a spiegarmi che per
diventare dirigenti esperti, bisogna dominare il collegio ed usarlo per i
propri scopi. Dominarlo intellettualmente, pensai io, è difficile, visto che
tra i numerosi docenti del collegio esistono sempre alcuni di alto rango
intellettuale che, visto la loro caratura culturale, daranno sicuramente il loro filo da torcere al povero dirigente. Ecco
perché è necessario saper fare gli imbonitori. Bisogna a tutti i costi vendere
il proprio prodotto ed isolare le teste
pensanti, che potrebbero essere troppo pericolose, per il successo sul mercato
della azienda-scuola. Mi spiegava questa dirigente, che i dirigenti di oggi
fanno corsi di comunicazione, dove non solo insegnano a comunicare, a sedurre
l’interlocutore o gli interlocutori, a capire, anche dai soli gesti del corpo,
il proprio interlocutore e altre amenità del genere, ma soprattutto ti
insegnano ad essere vincente. Il bravo
dirigente, continua la neo dirigente, riesce a far vedere, ai suoi
interlocutori, bianco ciò che è nero. Insomma il dirigente di oggi è un vero
imbonitore tipo Vanna Marchi, che ti
riesce a vendere anche l’aria fritta lasciandoti imbambolato. Mi chiedo ma la
scuola di oggi ha bisogno di manager-imbonitori, capaci di vendere il POF (piano offerta farlocca )
pardon (piano offerta formativa), oppure avrebbe fortemente bisogno di persone dall’alto profilo culturale tipo Don
Lorenzo Milani? Persone vere, genuine che sicuramente non sapranno vendere un
prodotto inesistente, ma almeno avranno la competenza riconosciuta da tutti per
produrre ed elaborare un vero e sano percorso educativo, in chiave
assolutamente progressista. Il problema della scuola italiana sta nell’aver
creato una classe dirigente di imbonitori, che magari si divertono a
sperimentare la loro potenza comunicativa usando il collegio come cavia,
demotivando le buone professionalità e rovinando la scuola. Questa dirigente
scolastica, per fare l’imbonitrice, si è creata
immediatamente il suo cerchio magico, nominando come suoi collaboratori
due figure paragonabili al mago Do Nascimento e
a Stefania Nobile. Il collaboratore dell’imbonitrice è realmente una
persona di origini sud americana, che quando scrive compie un errore ogni mezzo
rigo, al quale è stata affiancata una collega di area umanistica al fine di
correggere tutte le scempiaggini scritte dal primo collaboratore. Con il
pensionamento di molti presidi della vecchia guardia, che rimpiangeremo, ci
troveremo sempre più spesso a doverci confrontare con imbonitori incompetenti,
come quella che mi ha spiegato chi è il dirigente di oggi, che saranno i certificatori
del prossimo fallimento totale della scuola italiana. La politica non è in
grado di accorgersi di tutto questo perché ha la stessa patologia della classe
dirigente che sta formando. E’ una politica fatta di imbonitori che hanno portato l’Italia al fallimento e
adesso che è troppo tardi hanno chiamato le teste pensanti, ma giunti a questo punto,
forse, non ci resta che piangere.
Lucio Ficara