di Vincenzo Pascuzzi – 13 aprile 2012
È appena di ieri, 12 aprile 2012, la notizia dei rifiuto legale e formalizzato delle prove o quiz Invalsi da parte del Collegio Docenti del Liceo Benedetto da Norcia di Roma. Forse questo Liceo è la prima scuola italiana …. de-invalsizzata!
In una nota precedente (“La nostra scuola inclinata come la Costa Concordia”) si discuteva di scuola in tre possibili situazioni, rappresentabili con altrettanti “modelli”: 1°) la scuola normale che funziona bene o idealmente; 2°) la scuola reale, concreta, “vera” con problemi anche gravi; 3°) la scuola rappresentata nascondendone i difetti. Si ipotizzava anche un’ulteriore situazione e quindi un 4° modello di scuola. Questa situazione (4° modello appunto) è già presente fra noi: si tratta della scuola infarcita da adempimenti burocratici e “monitorata” dai test, quiz, prove a scelta multipla del tipo Invali. Spesso burocrazia e monitoraggi vengono introdotti, in modo graduale e subdolo, mediante sperimentazioni dapprima facoltative e a campione. Ma la tendenza, nemmeno tanto nascosta, è quella di estenderle a tutti e renderle obbligatorie, coatte.
L’attività complessiva della scuola può essere classificata in due parti: 1ª) l’attività didattica vera e propria (il nucleo), cioè quello che costituisce la relazione docenti-discenti e 2ª) l’attività burocrazia, cioè gli aspetti organizzativi, amministrativi e decisionali intesi in generale assieme a quant’altro attiene ed essi (il contorno, la confezione, la scorza, l’intendence). E’ chiaro che la prima parte è quella essenziale, pregiata e potrebbe anche fare a meno della seconda in una scuola di piccole dimensioni. La seconda parte è di supporto alla prima e la sua importanza cresce al crescere delle dimensioni della scuola o del numero delle scuole. Forse questa seconda parte, a volte, soffre di una sensazione latente e inconscia di inferiorità e gelosia nei confronti della prima e cerca perciò di consolidare la sua funzione e posizione a scapito della stessa prima parte.
Quanto sopra accennato costituisce solamente uno spunto di riflessione da verificare ed eventualmente approfondire e potrebbe rappresentare un caso particolare ricadente nell’ambito della c.d. “Legge di Parkinson”. Legge enunciata nel 1957 da Cyril Northcote Parkinson, da non confondere con James Parkinson quello del “morbo” (paralysis agitans) descritto quaranta anni prima, nel 1917.
Di C. N. Parkinson riportiamo alcune frasi del suo saggio o “satira geniale contro la burocrazia”: «La verità è un’altra, e cioè: non esiste alcun rapporto fra il numero dei funzionari e la quantità del lavoro da compiere. L’aumento del numero totale degli impiegati dipende da una legge, detta Legge di Parkinson. Tale aumento continua invariato, sia che il lavoro cresca, diminuisca o addirittura scompaia. L’importanza della Legge di Parkinson risiede nel fatto che essa è una legge della crescita basata su di un’analisi dei fattori da cui tale crescita è controllata».
In ambito scolastico, l’aumento della burocrazia è alimentato e concimato dagli adempimenti e dalle relazioni scritte richieste ai docenti, indotti a lavorare per i burocrati e che però non vengono interpellati in relazione a quanto attiene la didattica e in particolare sulle prove Invalsi.
Per concludere, il 4° modello di scuola potrebbe costituire un espediente della burocrazia per espandersi, a scapito della didattica e con il pretesto di migliorarla (“misurandola” e facendola competere!!) e avendo come obiettivo dichiarato, qualificante e pregiato il recupero del 1° modello di scuola!
Roma, 13 aprile 2012
Vincenzo Pascuzzi
È appena di ieri, 12 aprile 2012, la notizia dei rifiuto legale e formalizzato delle prove o quiz Invalsi da parte del Collegio Docenti del Liceo Benedetto da Norcia di Roma. Forse questo Liceo è la prima scuola italiana …. de-invalsizzata!
In una nota precedente (“La nostra scuola inclinata come la Costa Concordia”) si discuteva di scuola in tre possibili situazioni, rappresentabili con altrettanti “modelli”: 1°) la scuola normale che funziona bene o idealmente; 2°) la scuola reale, concreta, “vera” con problemi anche gravi; 3°) la scuola rappresentata nascondendone i difetti. Si ipotizzava anche un’ulteriore situazione e quindi un 4° modello di scuola. Questa situazione (4° modello appunto) è già presente fra noi: si tratta della scuola infarcita da adempimenti burocratici e “monitorata” dai test, quiz, prove a scelta multipla del tipo Invali. Spesso burocrazia e monitoraggi vengono introdotti, in modo graduale e subdolo, mediante sperimentazioni dapprima facoltative e a campione. Ma la tendenza, nemmeno tanto nascosta, è quella di estenderle a tutti e renderle obbligatorie, coatte.
L’attività complessiva della scuola può essere classificata in due parti: 1ª) l’attività didattica vera e propria (il nucleo), cioè quello che costituisce la relazione docenti-discenti e 2ª) l’attività burocrazia, cioè gli aspetti organizzativi, amministrativi e decisionali intesi in generale assieme a quant’altro attiene ed essi (il contorno, la confezione, la scorza, l’intendence). E’ chiaro che la prima parte è quella essenziale, pregiata e potrebbe anche fare a meno della seconda in una scuola di piccole dimensioni. La seconda parte è di supporto alla prima e la sua importanza cresce al crescere delle dimensioni della scuola o del numero delle scuole. Forse questa seconda parte, a volte, soffre di una sensazione latente e inconscia di inferiorità e gelosia nei confronti della prima e cerca perciò di consolidare la sua funzione e posizione a scapito della stessa prima parte.
Quanto sopra accennato costituisce solamente uno spunto di riflessione da verificare ed eventualmente approfondire e potrebbe rappresentare un caso particolare ricadente nell’ambito della c.d. “Legge di Parkinson”. Legge enunciata nel 1957 da Cyril Northcote Parkinson, da non confondere con James Parkinson quello del “morbo” (paralysis agitans) descritto quaranta anni prima, nel 1917.
Di C. N. Parkinson riportiamo alcune frasi del suo saggio o “satira geniale contro la burocrazia”: «La verità è un’altra, e cioè: non esiste alcun rapporto fra il numero dei funzionari e la quantità del lavoro da compiere. L’aumento del numero totale degli impiegati dipende da una legge, detta Legge di Parkinson. Tale aumento continua invariato, sia che il lavoro cresca, diminuisca o addirittura scompaia. L’importanza della Legge di Parkinson risiede nel fatto che essa è una legge della crescita basata su di un’analisi dei fattori da cui tale crescita è controllata».
In ambito scolastico, l’aumento della burocrazia è alimentato e concimato dagli adempimenti e dalle relazioni scritte richieste ai docenti, indotti a lavorare per i burocrati e che però non vengono interpellati in relazione a quanto attiene la didattica e in particolare sulle prove Invalsi.
Per concludere, il 4° modello di scuola potrebbe costituire un espediente della burocrazia per espandersi, a scapito della didattica e con il pretesto di migliorarla (“misurandola” e facendola competere!!) e avendo come obiettivo dichiarato, qualificante e pregiato il recupero del 1° modello di scuola!
Roma, 13 aprile 2012
Vincenzo Pascuzzi