Il dibattito su voti, soppressione o mantenimento delle bocciature, modalità di valutazione alternative ai voti, si sta sviluppando con intensità sia sul portale di Tuttoscuola, sia sulla nostra pagina facebook, registrando, come già osservato, una certa polarizzazione delle posizioni tra difensori dell’utilità pedagogica dei voti, anche negativi, e fautori di un modello di scuola a carattere non selettivo, profondamente diverso da quello attuale.
Su questa seconda posizione si schiera Maurizio Tiriticco, autorevole ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione, che ci ha inviato l’intervento che qui di seguito riportiamo:
Carissimi! Ho scritto più volte e più cose contro le bocciature e vi preciso succintamente il mio pensiero. In effetti sono contrario al meccanismo promozione/bocciatura, che è strettamente legato ad una concezione dello sviluppo/crescita e apprendimento uguale per tutti, quindi scandito per CLASSI DI ETA'! Di qui derivò a suo tempo una visione della scuola tutta ottocentesca: classi per età e per sesso (queste finalmente superate), grembiulini blu o bianchi per "cancellare" le differenze di classe, aule, banchi messi a rettangolo come in chiesa dove bisogna ascoltare la predica e dove un alunno per cinque ore è condannato a vedere la nuca di un altro! corridoi, maestri e professori, programmi ministeriali, libri di testo, valutazione decimale (5 voti per gli apprendimenti giudicati negativi, 5 per i positivi) e così via! Il problema, quindi non è bocciare/promuovere/rimandare o attribuire debiti, comunque da recuperare, è affrontare di petto una organizzazione scolastica che non può più essere quella nata nel nostro 800 e che aveva una sua giustificazione! Oggi, con una società che esige apprendimento per tutti, per giunta "dalla culla alla tomba", questo modello organizzativo non regge più. Abbiamo scritto belle cose con il dpr 275, ma sono tutte lì! L'autonomia non può andare avanti se certe rigidità di fondo sono quelle di sempre! Sostengo da sempre la necessità di superare l'organizzazione per classi di età e l'attivazione di gruppi flessibili di cui l'età sia una delle variabili, ma non la sola: quindi gruppi variabili che abbiano pur una loro sede (la tana dei lupetti, tanto per intenderci, ma non sono un boy scout) e un referente adulto esperto di dinamiche interpersonali; gruppi che "viaggino" in aule laboratorio dove Maestri specialisti di disciplina (senza enfasi, ovviamente) li facciano lavorare; un'alternanza costante tra tana e laboratorio con Maestri referenti di gruppo e Maestri di disciplina. Il tempo scuola andrà progettato e realizzato in relazione alle necessità dei singoli alunni e dei singoli gruppi (a geometria variabile: non avviene anche nella vita che Antonio giochi a pallone con Filippo e a tennis con Francesca?) in ordine a standard di apprendimento descritti come competenze. Insomma, è tempo che l'ambiente scuola si adagi alla vita reale dei nostri ragazzini. E piantiamola con l'arrovellarci con la valutazione: tutta formativa orientativa, niente voti negativi, niente positivi: si lavora, si apprende, si sbaglia, ci si corregge, come avviene nella vita reale... Solo alcuni spunti... fantasie? Non credo! Basterebbe avere un po' di coraggio! E sapere bene come si apprende, che è altra cosa dall'imparare su un libro di testo... via pure questo! Buon lavoro e tanti abbracci!
Maurizio Tiriticco