Errare umanum est, perseverare autem diabolicum. Stefano Stefanel continua ad
insistere ( in una mail inviatami in risposta ad una mia) sul fatto che il giorno libero per i docenti
non è un diritto e che il codice civile all’art.2078 conta meno di “zero”.
Mi dà dell’incompetente e si
indigna per averlo chiamato “compagno di Proteo”, puntualizzando che lui non è
mai stato compagno in vita sua. Gli rispondo pubblicamente che la sua
supponenza è peggiore della sua incompetenza. Per fare capire ai lettori che l’art.2078
è centrale nel sorreggere la mia tesi e conta molto, chiedo ai lettori di leggere
la seguente vertenza tra un dirigente scolastico e un docente a cui è stato
negato il giorno libero: << Esito positivo per una vertenza intentata da un docente della provincia
di Bari nei confronti del suo Dirigente scolastico. A tale docente , infatti,
non gli era stata attribuita alcuna giornata libera dall'insegnamento nella
settimana, con notevole disparità di trattamento contrattuale rispetto al resto
dei suo colleghi d'istituto(anche con orario superiore a cattedra). L'agire
della scuola risultava inoltre anche insolito, visto che negli anni pregressi
al docente era sempre stata attribuita la giornata libera anche con orario
superiore a cattedra. E la questione non è passata di certo inosservata al
sindacalista prof. Bartolo Danzi al quale il docente si è affidato per vedere
risolta la propria situazione, gravemente compromessa a seguito della mancata
attribuzione della giornata libera, peraltro - non curandosi del fatto che il
docente è anche fuori sede. Il Dirigente scolastico veniva citato in data
20.1.2009 in conciliazione ai sensi dell'art. 135 CCNl 2006/09 , presso l' Ufficio di conciliazione
dell' USP di Bari. In tale sede compariva il D.S. il quale pur ribadendo la
propria posizione ha dovuto considerare le argomentazioni esposte dal
sindacalista di parte ricorrente, volte a chiarire l'assoluta mancanza di
limitazione imposta sia dalle norme contrattuali art. 28 e 29 CCNL 2006/09, sia
dal T.U. 297/94-art. 396, in quanto alla formulazione dell'orario settimanale,
che nell'attribuire la giornata libera in non meno di cinque giorni settimanali
, non risulta restrittiva per quei docenti che hanno orario superiore a
cattedra. Del resto , oramai con la contrattualizzazione del rapporto di
impiego pubblico la settimana corta lavorativa è una prassi consolidata nelle
scuole e il giorno libero dall'insegnamento risulta un diritto soggettivo
tutelato dall'ordinamento giuridico. Lo stesso art. 2078 del codice civile
specifica che la prassi e gli usi più favorevoli al prestatore d'opera
integrano le norme imperative di legge ed i contratti medesimi. Preso atto di
quanto detto dal sindacalista e su proposta del medesimo, il Dirigente
scolastico ha accettato di assumere un formale impegno per il prossimo anno scolastico
di fare quanto in suo potere per garantire in ogni caso(anche con orario
superiore a cattedra) al docente ricorrente la fruizione della giornata libera.
Con tale decisione si è chiusa positivamente la vertenza intentata dal
richiamato docente >>. Letto l’esito
della vertenza sindacale, che vede il dirigente soccombere e il codice civile
trionfare ( alla faccia che l’art.2078 del cc conta meno di zero), dico al
supponente Stefanel di riflettere quando scrive e di imparare ad essere umile e
rispettoso dell’altrui parere che, se anche fosse il parere di un incompetente,
è sempre argomentato in modo tale da poterci ragionare con civiltà. Lo Stefanel
continua ad asserire ( ma di cosa si preoccupa) che io ho un’idea molto
negativa “a priori” dei dirigenti scolastici. Nella mia carriera ho avuto la
possibilità di lavorare con almeno una ventina di dirigenti scolastici, con
tutti, fatta solo un’eccezione, ho avuto ottimi rapporti e una riconosciuta stima reciproca. Per cui “a
posteriori” dovrei avere un’idea buona dei dirigenti, ma , poiché sono un matematico
e non un filosofo, non giudico mai “a priori” o “a posteriori”, più
semplicemente e concretamente giudico i fatti sulla base di elementi e dati
concreti. Concludo dicendo che la supponenza di chi per ruolo dovrebbe dirigere
una scuola può risultare pericolosa e di conseguenza va combattuta civilmente e
con acuta intelligenza.
Lucio Ficara
(lucio.ficara@fastwebnet.it)