Il mio articolo pubblicato su scuolaoggi e su RTS dal titolo :
"Il giorno libero
settimanale per i docenti è una concessione o un diritto?" ha suscitato un infelice commento di Stefano Stefanel, a cui rispondo con chiarezza e civiltà da questa testata.
Voglio rassicurare il preoccupato
Stefanel che, per mia indole e per mia fortuna, non odio nessuno. Con la
categoria dei dirigenti scolastici mi confronto con serenità e cordialità, tra loro ci sono tanti cari
amici. Invece, da sindacalista in prima linea, combatto e contrasto quel tipo
di dirigente despota, che tende illegittimamente ad abusare del proprio ruolo,
sconfinando nell’illecito. Potrei fare un lungo elenco di dirigenti condannati
per comportamenti antisindacali ed anche
per reati da codice civile o ancora peggio da codice penale. Qualche esempio di
dirigente despota o padrone lo ha dato magistralmente l’eccellente Sebastiano
Maggio alias “Polibio”, nei suoi pirotecnici articoli. Invito Stefanel ad un
confronto sereno e pacato, rivolto ad argomentare le sue tesi ed anche ovviamente a demolire il mio punto
di vista. Rimango pienamente convinto di quanto affermo, nell’articolo : “il
giorno libero settimanale per i docenti è una concessione o un diritto?” e
faccio notare che tale consuetudine diffusa in tutta Italia e da molti lustri è
per l’art.2078 del codice civile riconosciuta un diritto. Infatti l ‘art.2078
c.c. prevede che anche se il contratto
dicesse il contrario ( ma non lo dice) la fonte dei comportamenti ripetuti nel
tempo (consuetudine), favorevoli al lavoratore, prevalgono sul contratto.
Insomma, il diritto al giorno libero esiste e va applicato. Mi spiace per
Stefanel, ma dovrà farsene una ragione, non potrà organizzare l’orario dei
docenti della sua scuola, come meglio crede, ma dovrà rendere conto al rispetto
dei codici “civili” di legge.
Lucio Ficara