La
parola tempo non è una parola qualunque, è la parola più usata nel nostro
linguaggio comune ed ha un significato molto importante per l’economia della
nostra vita quotidiana. Senza tempo non esisterebbe apprendimento, non potremmo
avere coscienza di un evento, non saremmo in grado di misurare, valutare,
riflettere.
Il tempo è la dimensione
primaria nella quale si concepisce e si misura il trascorrere di un dato evento
osservato. La sfera umana dell’apprendimento ha necessariamente bisogno di
tempo per essere formata e coltivata. Il tempo scuola sta alla base di
un corretto ed efficace processo formativo, che deve essere basato sul metodo e la
strategia di apprendimento. Se una politica miope e frettolosa, ignora l’importanza
che ha il tempo sullo studio e sull’apprendimento dei nostri ragazzi, non ci
deve sorprendere che la conseguenza sia stata quella di tagliare
pesantemente il tempo scuola e quindi il
tempo di apprendimento tanto necessario ai nostri studenti. L’ossessione per
l’efficientismo dei servizi e per il raggiungimento di buoni risultati in breve
tempo sta generando una scuola che ha sempre più le sembianze di un mostro
burocratico, dove il marginale è diventato centrale e l’essenziale marginale.
Ecco allora tagliare i curricoli annui di tutte le discipline, riducendo
linearmente il tempo per l’ apprendimento ai nostri ragazzi. Ecco
aumentare ogni anno il rapporto alunni/docenti , togliendo al docente la possibilità
di dedicare più tempo ad ogni singolo alunno. Ecco ridurre le risorse
economiche per i corsi di recupero, approfondimenti e ampliamento dell’offerta formativa,
togliendo il tempo del sostegno, del consolidamento e della cura per le eccellenze. Per i nostri ragazzi
ridurre il tempo scuola significa diminuire la possibilità di apprendere, di imparare
ad essere autonomi , ma soprattutto privare le future generazioni di legittime
prospettive e del diritto costituzionale di una giusta formazione. A questa
politica distratta voglio ricordare
l’importanza del tempo per una docenza di qualità , mi piace inoltre ricordare
che la relatività di Einstein in cui il tempo è relativo al sistema di
riferimento, ci dovrebbe fare riflettere sul fatto che il tempo di
apprendimento dei nostri ragazzi dipende strettamente dalla qualità del sistema
scolastico e dalle priorità che esso si propone di raggiungere, tenendo sempre
nella giusta considerazione i livelli di partenza degli studenti della scuola.
La politica scolastica di CL (Aprea-Formigoni) è per loro stessa dichiarazione,
la politica dell’efficienza, del merito e della premialità, che non tiene conto
dei tempi lunghi di apprendimento. Una politica che esclude chi ha bisogno di
più tempo per apprendere ed include solamente chi non ha bisogno dei tempi
lunghi di scuola, e può con mezzi propri e privati, pagarsi tutti gli
approfondimenti che desidera, è una politica fallimentare. Al ministro Profumo
rivolgo un appello , sincero e accorato, che è quello di dissociarsi da chi
propone politiche scolastiche escludenti, in cui non si consideri il valore del tempo di apprendimento di
ognuno e dove si rispetti e valorizzi la persona a prescindere dalla sua
appartenenza sociale. Una scuola è tanto più efficiente quanto più sa accogliere
ed includere ragazzi di diversa estrazione sociale. Diceva Teofrasto che “il
tempo è la cosa più preziosa che un uomo può spendere”, quindi uno Stato civile
dovrebbe investire tutte le risorse economiche e umane possibili per garantire
un adeguato tempo scuola e una qualità di scuola pubblica che sia inclusiva e
non esclusiva.
Lucio Ficara