Il Ministro Profumo
dichiara, dalle colonne del Corriere
della Sera, che « la lezione come si faceva una volta non è più sufficiente».
Questo vuol dire che alla generazione dei nativi digitali, non possiamo più propinare
solamente la lezione di tipo frontale, dove il docente spiega anche per più di
un’ora e l’alunno segue passivamente le nozioni fornite. Su questo aspetto sono
molto d’accordo con il Ministro Profumo, l’insegnate deve essere in grado di
arricchire la tipica lezione frontale con altre forme comunicative di
apprendimento e altri metodi didattici. Considerando una normale distribuzione
dell’apprendimento secondo una curva gaussiana, di una mia classe , ho potuto
osservare che, adottando una didattica in cui si alternano a brevi lezioni
frontali della durata massima di 20 minuti, esercitazioni guidate in cui tutti
gli alunni partecipano attivamente, utilizzando
tablet e lim, l’apprendimento e
la partecipazione hanno registrato in buona
parte della classe un deciso miglioramento. L’impegno del buon docente è
migliorare la curva dell’apprendimento che in gergo informatico si chiama curva
learning . Infatti in informatica, tanto più un programma informatico è intuitivo, ben progettato, organizzato e
strutturato, minore sarà il tempo che un utente impiegherà per imparare a
usarlo; quindi, si dice che il programma ha un'alta o buona curva di
apprendimento. Allo stesso modo tanto più una lezione didattica sarà
partecipativa , ben strutturata, ben organizzata, impostata in modo tale da
consentire un feedbak tra alunni e
docente che possa valutare l’impatto della lezione sul reale apprendimento,
tanto più la curva learning si scosta dalla normale distribuzione
dell’apprendimento secondo una curva gaussiana, 15% - 70% - 15%, e tende a
distribuire una crescita percentuale dalle fasce basse verso quelle intermedie
e dalle intermedie verso le alte. In futuro, conclude il Ministro Profumo nella
sua intervista al Corriere della Sera, «bisognerà avere grande attenzione al
docente, a come sta in aula, alla sua attitudine all'insegnamento, gli studenti
hanno bisogno di questo». Anche questa ultima affermazione è molto
condivisibile, ma è in contrasto con la scarsa attenzione che le politiche
governative stanno attuando sulla formazione dei docenti. Si investe molto poco
sulla formazione docente, poco meno di 5 euro annue per singolo docente, che
per formarsi, se lo desidera, lo deve fare a spese proprie. Bisogna investire
molto di più sulla formazione dei docenti, che spesso sono troppo ancorati alla
tradizionale lezione di tipo frontale e sono refrattari all’utilizzo delle
nuove tecnologie.
Lucio Ficara