Dopo la sentenza del Consiglio di Stato sulle buste trasparenti nel concorso per Dirigenti scolastici in Lombardia, è iniziato un crescendo rossiniano di interventi mediatici su riviste, siti web e televisioni per perorare l’una o l’altra posizione di un contendere molto sentito. L’ultima fase comunicativa sulla questione concorso DS in Lombardia è quella degli appelli e delle petizioni on line con tanto di firme e sostenitori. Dalla parte degli aspiranti dirigenti inseriti nella graduatoria di merito finale è stato pubblicato l’appello pubblico a sostegno della scuola lombarda, del merito e della civiltà del nostro Paese (http://www.appelloscuola.it/comment-page-430/#comment-4939 ). In quest’appello si richiede che l’amministrazione scolastica si adoperi per sostenere avanti al Consiglio di Stato la necessità giuridica e l’opportunità pratica di consentire la revisione della decisione del TAR e che i vincitori del concorso vengano immessi in ruolo il prima possibile, così che studenti, famiglie e insegnanti di ogni scuola possano avere il dirigente scolastico.
Inoltre si richiede che le forze politiche e sindacali, il mondo della cultura, le istituzioni locali, la società civile sostengano con decisione questa proposta, perché l’interesse pubblico a che il servizio scolastico sia in breve tempo rimesso in piena funzione è legato inevitabilmente all’esito positivo di questo concorso. In concomitanza, seguendo una linea programmatica parallela all’appello sopra descritto, è stata pubblicata dal blog Regolarità e Trasparenza nella Scuola una petizione on line dal titolo “ Concorso DS: accettare le sentenze amministrative, non aggredirle “ (http://aldodomenicoficara.blogspot.it/2012/09/concorso-ds-accettare-le-sentenze.html ). Le motivazioni di questa petizione sono fondate sul fatto che bisogna rispettare le sentenze e le ordinanze dei Tribunali Amministrativi Regionali e del Consiglio di Stato, senza invocare facili scelte politiche. L'intromissione della politica finalizzata a “ aggirare “ le sentenze della giustizia amministrativa, potrebbe ridurre in modo consistente la credibilità dell'amministrazione pubblica, ogni volta che questa decida di organizzare un concorso nella scuola o in altri settori del pubblico impiego. E’ necessario, per incrementare l’affidabilità di una nazione, fissare dei paletti, ovvero rendere normale il fatto che le sentenze del Consiglio di Stato, sia nel bene sia nel male, vadano accettate e rispettate da tutti, politici compresi. Le due posizioni sopra descritte sono state prese in considerazione e controfirmate da numerosi sostenitori, semplici docenti di scuola e importanti protagonisti della vita scolastica nazionale. Tutto ciò fa riflettere sulla forte attesa riguardante la prossima sentenza nel merito del Consiglio di Stato che si pronuncerà il 20 novembre 2012.
Aldo Domenico Ficara