di Lucio Ficara 3 novembre 2012 Chi ricorda le origini di conio del termine “salvaprecari” , usato per il personale scolastico precario a cui era stato stipulato nella scuola un contratto a tempo determinato? Per ricordare le sue origini, bisogna risalire al 25 settembre 2009, quando è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto legge 134/2009 a firma Mariastella Gelmini. Questo decreto legge venne appunto ribattezzato con il nome “salvaprecari”. Di cosa si tratta? Si tratta in buona sostanza di un decreto che come prima cosa, era stato concepito con lo scopo di arginare i continui ricorsi, che vedevano soccombere l’amministrazione, sull’abuso, in violazione della direttiva europea 1999/70/CE, dei reiterati contratti a tempo determinato senza che venissero, in tempi ragionevoli, trasformati in contratti a tempo indeterminato. Infatti il decreto 134/2009 impose che i futuri contratti a tempo determinato non fossero in alcun caso trasformabili in rapporti di lavoro a tempo indeterminato né consentissero la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo. Inoltre questo decreto salvaprecari prevedeva che l'amministrazione scolastica, in collaborazione con le regioni, potesse promuovere progetti della durata di tre mesi, prorogabili fino ad un massimo di otto, da realizzarsi prioritariamente mediante l'utilizzo dei lavoratori precari della scuola.
Quindi a tutto il personale che avesse
ottenuto incarichi rientranti in tali tipologie
sarebbe stata riconosciuta mediante punteggio, la valutazione dell’intero anno
di servizio. Ricordiamo che all’epoca di tale decreto, ci furono vibranti
proteste da parte dei partiti di opposizione, nei confronti del ministro
Gelmini. Viene in mente la critica fatta dalla senatrice Soliani del PD, che ,
in Commissione Cultura, definisce il
decreto legge , come un decreto
che si caratterizza , a suo avviso, per l'assenza di una visione strategica,
fornendo solo risposte minimaliste a problemi di grande complessità e
sottovalutando drammaticamente la natura del precariato scolastico nel più
generale contesto della crisi in atto. Il PD
ha sempre avuto una posizione molto critica, anche negli anni in cui il
“salvaprecari” è stato replicato , quindi nel 2010-2011 e nel 2011-2012,
rispetto ad una norma sempre ritenuta poco strategica e scarsamente efficace.
Adesso che il PD è in maggioranza al parlamento ed appoggia il governo Monti,
qualcosa è profondamente cambiato anche sul giudizio della slavaprecari. Così
come il PD ha cambiato idea sulla legge n.953, che ha osteggiato quando si
chiamava legge Aprea, anche sulla legge “salvaprecari” ha cambiato opinione.
Possiamo dire , senza timori di sbagliare, che il PD è stato folgorato sulla
via di Damasco e quindi si converte al salvaprecari. Ad alcuni sorge il
sospetto, ma sicuramente sono delle malignità, che la folgorazione del PD,
avvenuta sulla via di Damasco, come avvenne a San Paolo, è dovuta al fatto che
adesso si trova in maggioranza e presiede la Commissione Cultura della Camera.
In questi giorni il PD è fortemente impegnato a chiedere l’immediato ripristino
della legge salvaprecari. È una
norma di emergenza che risponde a una questione di giustizia sociale, dicono i
responsabili del PD. Per il futuro Puglisi e Siragusa propongono il superamento
della salvaprecari impegnandosi, se saranno al governo del Paese a stabilizzare
i precari. Il Pd ,spiega, che era inizialmente contrario al salvaprecari,
perché figlio dei licenziamenti di massa voluti dal ministro Gelmini, ma è
chiaro che nell'emergenza dobbiamo impegnarci per salvare i diritti minimi di
quegli insegnanti che si trovano senza lavoro. Ad oggi, aggiunge la Siragusa, non c'è
una misura di garanzia verso questi lavoratori della scuola. Il Pd chiede che sia
immediatamente rinnovato il salvaprecari per la parte statale, quindi
prevedendo una graduatoria unica per le chiamate dalle scuole e punteggio pieno
per tutti come previsto dalla prima legge. Quello che emerge da queste
conversioni politiche del PD, sia sulla legge Aprea che sulla salvaprecari, è
tanto imbarazzo ,di chi per tre anni ha fortemente criticato questi
provvedimenti ed oggi invece li utilizza comodamente come strumento
politico-legislativo.