Matteo Renzi:
è necessario ripensare, nella sua complessità, il sistema di selezione e assunzione dei docenti che deve trovare il suo fondamento nelle competenze specifiche e nell’ effettiva capacità di insegnamento.
Gli insegnanti dovrebbero sostenere, in servizio, una formazione obbligatoria e certificata, i cui risultati servono a valutare l’operato dei docenti e i progressi fatti durante la carriera, che dovrà diventare un mix di aggiornamento disciplinare, progettazioni di percorsi con altri colleghi, aggiornamento sull’ uso delle nuove tecnologie per la didattica, incontri con psicologi dell’età evolutiva o con medici per comprendere come gestire l’handicap o disturbi dell’apprendimento su cui la scienza ha fatto enormi passi avanti.
Infine è necessario attuare la valutazione e incentivazione degli insegnanti mediante l’attivazione in ciascun istituto scolastico di un meccanismo mirato all’ attribuzione di un premio economico annuale per gli insegnanti migliori, scelti da un comitato composto dal preside, da due insegnanti eletti dagli altri (cui andrà il 50% del premio e che non potranno ovviamente essere selezionati per il premio intero) e da un rappresentante delle famiglie eletto dalle stesse, sulla scorta del progetto pilota “Valorizza”, già sperimentato in quattro province nel corso del 2010-2011
Nicky Vendola:
Si impegna anche ad assicurare un numero maggiore di insegnanti per il sostegno di ogni alunno che presenta difficoltà “misere le 9 ore settimanali stabilite dai ragionieri Gelmini e Tremonti”. In linea con questo pensiero di aiutare chi è in difficoltà si inserisce il concetto di multiculturalità rivolto a favorire l’integrazione razziale nel tessuto sociale italiano.
Per Vendola è necessario innalzare l’obbligo scolastico fino ai 18 anni e recuperare le ore decurtate dalla Gelmini alle superiori e prevedere l’unificazione dei cicli liceali e tecnico professionali. In ultimo, bisogna assolutamente esaurire le attuali graduatorie e stabilire regole certe e durature per i nuovi percorsi abilitanti all’insegnamento di modo che si possa realizzare un piano pluriennale di immissioni in ruolo