L’accorpamento delle province previsto dalla spending review ha come diretta conseguenza la minaccia dello spegnimento dei riscaldamenti nelle scuole pubbliche. Quindi comunque siano eseguiti i vari tagli di spesa, la scuola pubblica è la prima a venir sacrificata, evidenziando sempre di più la scarsa considerazione politica verso il sistema istruzione. Le province gestiscono 5.179 edifici scolastici di scuola secondaria, composti di 117.348 classi, che accolgono quasi 2 milioni e 600mila alunni. Forti di questi numeri i rappresentanti dell'Unione delle Province Italiane avvertono che con l'inverno alle porte loro non potranno più togliere la neve dalle strade, non potranno fare la manutenzione delle scuole, né quella straordinaria per mettere in sicurezza gli edifici, né quella ordinaria. Infatti, con i tagli previsti dal documento di riassetto dei conti pubblici, le province non sapranno come pagare le bollette di luce, gas, acqua e telefono.
Di conseguenza potrebbero esserci azioni clamorose, in quanto gli enti locali a Natale, permanendo queste condizioni economiche, saranno costretti a chiudere le scuole prima del tempo. Per le scuole pubbliche si va di male in peggio, mancano i soldi e si gelano i banchi, gli studenti e i professori. L’auspicio e che in questo Paese non si gelino la cultura e il sapere.
Aldo Domenico Ficara