AgoraVox nasce in Francia nel 2005 da un'idea di Carlo Revelli che sentiva una discrepanza tra l'opinione pubblica e quella dei politici e dei media mainstream in merito al referendum sulla Costituzione Europea. Sul Web circolavano voci fermamente contrarie alla Costituzione che prevedevano una sconfitta del Sì.
AgoraVox nasce, anche, da un avvenimento tragico: lo Tsunami 2004. Il flow d’informazione non era gestibile attraverso i media tradizionali e il mezzo di comunicazione privilegiato divenne il Web. I nomi degli scomparsi, dei feriti, le immagini, trovarono nella rete l’unico supporto valido. Decise, quindi, di fondare un giornale partecipativo. L’edizione francese, oggi, conta un milione e mezzo lettori e 40000 "reporter" che sottopongono degli articoli. Tra loro circa 3000 moderatori, votano gli articoli off line e quelli più interessanti sono pubblicati. Dopodiché gli utenti votano gli articoli on line e in base alle preferenze e al numero di commenti un articolo sale o scende sulla home.
I moderatori sono utenti “scelti” dalla community. Si tratta di reporter che hanno pubblicato almeno 4 articoli e hanno ottenuto un voto positivo da parte dei lettori. In Francia AgoraVox è il secondo medium più citato su Internet dopo Le Figaro.
Dal giugno 2008 AgoraVox è una Fondazione indipendente senza scopo di lucro, riconosciuta di utilità sociale dal Ministero.
La scelta di essere una Fondazione deriva dalla necessità di evitare possibili derive aziendalistiche e/o politiche consentendoci di preservare la nostra indipendenza. AgoraVox ha per vocazione la libera diffusione delle informazioni provenienti dai cittadini.
Gli articoli sottoposti sono sistematicamente esaminati e verificati da una redazione composta da vari moderatori. Tutti gli internauti che hanno pubblicato 4 articoli possono diventare moderatori. I moderatori voteranno ogni articolo in funzione della sua attualità, della sua pertinenza e, soprattutto, della sua originalità, motivando il voto con un breve commento.
AgoraVox nasce, anche, da un avvenimento tragico: lo Tsunami 2004. Il flow d’informazione non era gestibile attraverso i media tradizionali e il mezzo di comunicazione privilegiato divenne il Web. I nomi degli scomparsi, dei feriti, le immagini, trovarono nella rete l’unico supporto valido. Decise, quindi, di fondare un giornale partecipativo. L’edizione francese, oggi, conta un milione e mezzo lettori e 40000 "reporter" che sottopongono degli articoli. Tra loro circa 3000 moderatori, votano gli articoli off line e quelli più interessanti sono pubblicati. Dopodiché gli utenti votano gli articoli on line e in base alle preferenze e al numero di commenti un articolo sale o scende sulla home.
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La scelta di essere una Fondazione deriva dalla necessità di evitare possibili derive aziendalistiche e/o politiche consentendoci di preservare la nostra indipendenza. AgoraVox ha per vocazione la libera diffusione delle informazioni provenienti dai cittadini.
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