Berlusconi ha raccontato favole, Monti ha proseguito con i tagli. Se tocca a noi: idee e proposte per la scuola che vogliamo, la scuola che fa crescere l'Italia
di Francesca Puglisi, pubblicato il 14 gennaio 2013
Sintesi - L’ITALIA GIUSTA SI PREPARA A SCUOLA
DALLE FAVOLE AI FATTI.
Il governo Berlusconi ha sempre raccontato favole, prima con le tre I della Moratti (inglese, internet, impresa) poi con gli slogan“Serietà, merito, educazione” della Gelmini, mentre invece avveniva il più grande licenziamento di massa: 8 miliardi di tagli, e 132.000 posti in meno. Anche la qualità è calata: il maestro unico, il taglio del tempo pieno, il sostegno (il rapporto è salito da 1,95 a 2,03 alunni per ogni docente di sostegno), le classi pollaio (60 mila classi dove l’evacuazione potrebbe essere un problema) sono negatività che hanno inciso sugli apprendimenti dei bambini italiani che sono crollati col ministro Gelmini: nelle rilevazioni Iea in lettura i bambini delle 4° elementari passano dal 6° posto del 2006 al 16° del 2011; in matematica passano dal 16° al 24°e in Scienze dal 4° all'11°. Il ministro Profumo sembrava voler far meglio, in realtà il governo Monti ha seguito la tabella di marcia dei tagli all’istruzione dettata da Tremonti e ha poi chiuso con l’improvvida proposta di aumentare senza corrispettivo l’orario di lavoro dei docenti, accusandoli di conservatorismo.
SE TOCCA A NOI.
La scuola non ha bisogno di grandi riforme, ha bisogno di stabilità, fiducia e risorse. Promuoveremo una“fase costituente” con una grande consultazione nazionale e riporteremo gradualmente l’investimento almeno al livello medio dei Paesi OCSE (6% del PIL), tagliando altrove la spesa statale. Il nostro obiettivo è dimezzare il tasso di dispersione scolastica e raddoppiare il numero di laureati, poiché le ricerche internazionali dimostrano che più istruzione significa più sviluppo. Ed è fondamentale cominciare bene: per il PD la scuola dei più piccoli (0-6 anni) non è un servizio ma un diritto di tutti, per questo è urgente varare un nuovo piano per raggiungere l'obiettivo del 33% di copertura dei posti all'asilo nido come chiesto dall'Europa e garantire a tutti un posto nella scuola dell'infanzia. Nella scuola primaria vogliamo rimettere in vetrina i gioielli di famiglia del sistema scolastico italiano: tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze, mentre per la scuola media, punto critico per l'abbandono scolastico, dobbiamo reclutare una leva di insegnanti specializzati per preadolescenza e adolescenza, e allungare il“tempo scuola” (scuole aperte anche al pomeriggio con sport, tecnologia, studio in gruppo, laboratori, classi aperte ecc). Per il ciclo superiore, il PD propone un primo biennio unitario, così che la scelta a quale scuola iscriversi non sia fatta in 3ª media, troppo presto, ma maturi dopo i primi due anni della secondaria. Inoltre, è fondamentale rilanciare l'istruzione e la formazione tecnica e professionale per rilanciare il Made in Italy nel mondo. Per questo serve una nuova governance territoriale per migliorare l’offerta formativa puntando a istituire Poli per l’Istruzione Tecnica Superiore che tengano insieme l’istruzione tecnica / Professionale e la formazione professionale (sistema integrato), le imprese, l’università e il mondo della ricerca. L’istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) va potenziata e gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), istituiti come esperienze di formazione terziaria non accademica, devono rispondere sia alle esigenze imprenditoriali locali in continua trasformazione, sia ad un’offerta di eccellenza, da consolidare nei settori strategici dello sviluppo del Paese.
Ridare fiducia alla scuola significa garantire un organico funzionale (cioè una dotazione di personale) stabile per almeno un triennio, attraverso un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per stabilizzare i precari (lo Stato spende di più a licenziarli ogni anno!), significa potenziare l’autonomia scolastica valorizzando gli organi collegiali esistenti e riformandoli con l’aiuto di insegnanti, dirigenti scolastici, studenti, genitori, Ata; significa una valutazione non punitiva, che accompagni le scuole al miglioramento, con un unico Istituto Nazionale per la Valutazione e la Ricerca Educativa.
Pensiamo anche ai giovani che vogliono insegnare: la nostra proposta prevede la selezione attraverso concorso dei migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale per ottenere l'abilitazione, un anno di prova attraverso tirocinio e supplenze brevi e firma del contratto a tempo indeterminato. E gli insegnanti meritano quel prestigio sociale che i governi prevedenti hanno negato, anche attraverso un nuovo contratto nazionale che attribuisca una retribuzione più alta per chi decide di svolgere a scuola nel pomeriggio le attività svolte oggi a casa come la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, la formazione, ecc.
Le condizioni disastrose dell’edilizia scolastica, sono una vera e propria emergenza nazionale, che va affrontata subito, allentando il patto di stabilità interno degli Enti Locali che investono per ristrutturare o edificare nuove scuole, rifinanziando la nostra legge 23 e offrendo ai cittadini la possibilità di destinare l'8 x mille all'edilizia scolastica.
Scuole più sicure ma anche scuole più moderne per i ragazzi dell’era digitale: è urgente garantire l’accesso a Internet nelle classi (e non solo nelle segreterie!) e dotare insegnanti (adeguatamente formati) e alunni del materiale tecnologico anche in comodato gratuito, nonché sviluppare le Risorse educative aperte (OER-Open educational resources).
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Documento Integrale
http://www.partitodemocratico.it/doc/248683/litalia-giusta-si-prepara-a-scuola.htm
di Francesca Puglisi, pubblicato il 14 gennaio 2013
Sintesi - L’ITALIA GIUSTA SI PREPARA A SCUOLA
DALLE FAVOLE AI FATTI.
Il governo Berlusconi ha sempre raccontato favole, prima con le tre I della Moratti (inglese, internet, impresa) poi con gli slogan“Serietà, merito, educazione” della Gelmini, mentre invece avveniva il più grande licenziamento di massa: 8 miliardi di tagli, e 132.000 posti in meno. Anche la qualità è calata: il maestro unico, il taglio del tempo pieno, il sostegno (il rapporto è salito da 1,95 a 2,03 alunni per ogni docente di sostegno), le classi pollaio (60 mila classi dove l’evacuazione potrebbe essere un problema) sono negatività che hanno inciso sugli apprendimenti dei bambini italiani che sono crollati col ministro Gelmini: nelle rilevazioni Iea in lettura i bambini delle 4° elementari passano dal 6° posto del 2006 al 16° del 2011; in matematica passano dal 16° al 24°e in Scienze dal 4° all'11°. Il ministro Profumo sembrava voler far meglio, in realtà il governo Monti ha seguito la tabella di marcia dei tagli all’istruzione dettata da Tremonti e ha poi chiuso con l’improvvida proposta di aumentare senza corrispettivo l’orario di lavoro dei docenti, accusandoli di conservatorismo.
SE TOCCA A NOI.
La scuola non ha bisogno di grandi riforme, ha bisogno di stabilità, fiducia e risorse. Promuoveremo una“fase costituente” con una grande consultazione nazionale e riporteremo gradualmente l’investimento almeno al livello medio dei Paesi OCSE (6% del PIL), tagliando altrove la spesa statale. Il nostro obiettivo è dimezzare il tasso di dispersione scolastica e raddoppiare il numero di laureati, poiché le ricerche internazionali dimostrano che più istruzione significa più sviluppo. Ed è fondamentale cominciare bene: per il PD la scuola dei più piccoli (0-6 anni) non è un servizio ma un diritto di tutti, per questo è urgente varare un nuovo piano per raggiungere l'obiettivo del 33% di copertura dei posti all'asilo nido come chiesto dall'Europa e garantire a tutti un posto nella scuola dell'infanzia. Nella scuola primaria vogliamo rimettere in vetrina i gioielli di famiglia del sistema scolastico italiano: tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze, mentre per la scuola media, punto critico per l'abbandono scolastico, dobbiamo reclutare una leva di insegnanti specializzati per preadolescenza e adolescenza, e allungare il“tempo scuola” (scuole aperte anche al pomeriggio con sport, tecnologia, studio in gruppo, laboratori, classi aperte ecc). Per il ciclo superiore, il PD propone un primo biennio unitario, così che la scelta a quale scuola iscriversi non sia fatta in 3ª media, troppo presto, ma maturi dopo i primi due anni della secondaria. Inoltre, è fondamentale rilanciare l'istruzione e la formazione tecnica e professionale per rilanciare il Made in Italy nel mondo. Per questo serve una nuova governance territoriale per migliorare l’offerta formativa puntando a istituire Poli per l’Istruzione Tecnica Superiore che tengano insieme l’istruzione tecnica / Professionale e la formazione professionale (sistema integrato), le imprese, l’università e il mondo della ricerca. L’istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) va potenziata e gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), istituiti come esperienze di formazione terziaria non accademica, devono rispondere sia alle esigenze imprenditoriali locali in continua trasformazione, sia ad un’offerta di eccellenza, da consolidare nei settori strategici dello sviluppo del Paese.
Ridare fiducia alla scuola significa garantire un organico funzionale (cioè una dotazione di personale) stabile per almeno un triennio, attraverso un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per stabilizzare i precari (lo Stato spende di più a licenziarli ogni anno!), significa potenziare l’autonomia scolastica valorizzando gli organi collegiali esistenti e riformandoli con l’aiuto di insegnanti, dirigenti scolastici, studenti, genitori, Ata; significa una valutazione non punitiva, che accompagni le scuole al miglioramento, con un unico Istituto Nazionale per la Valutazione e la Ricerca Educativa.
Pensiamo anche ai giovani che vogliono insegnare: la nostra proposta prevede la selezione attraverso concorso dei migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale per ottenere l'abilitazione, un anno di prova attraverso tirocinio e supplenze brevi e firma del contratto a tempo indeterminato. E gli insegnanti meritano quel prestigio sociale che i governi prevedenti hanno negato, anche attraverso un nuovo contratto nazionale che attribuisca una retribuzione più alta per chi decide di svolgere a scuola nel pomeriggio le attività svolte oggi a casa come la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, la formazione, ecc.
Le condizioni disastrose dell’edilizia scolastica, sono una vera e propria emergenza nazionale, che va affrontata subito, allentando il patto di stabilità interno degli Enti Locali che investono per ristrutturare o edificare nuove scuole, rifinanziando la nostra legge 23 e offrendo ai cittadini la possibilità di destinare l'8 x mille all'edilizia scolastica.
Scuole più sicure ma anche scuole più moderne per i ragazzi dell’era digitale: è urgente garantire l’accesso a Internet nelle classi (e non solo nelle segreterie!) e dotare insegnanti (adeguatamente formati) e alunni del materiale tecnologico anche in comodato gratuito, nonché sviluppare le Risorse educative aperte (OER-Open educational resources).
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Documento Integrale
http://www.partitodemocratico.it/doc/248683/litalia-giusta-si-prepara-a-scuola.htm