di Lucio Ficara 9 marzo 2013 Dopo
che al monastero di Santa Chiara ebbero rubato, furono messe le porte di ferro
. Questo proverbio vuole significare che è del tutto inutile porre un rimedio
quando il danno è già accaduto, bisogna fare un’opera di prevenzione ed
impedire che il danno venga attuato. In sostanza le porte di ferro dovevano essere messe prima
che al Monastero di Santa Chiara facessero vista i ladri. E’ quanto accade
nella pantomima tra Miur e dirigenti scolastici, sulla questione dei contributi
scolastici richiesti irregolarmente. La questione è riferita alla fase di
iscrizione dei nostri studenti alle classi successive. In questa fase i
dirigenti scolastici, fanno pervenire, tramite i ragazzi , alle famiglie i
moduli di iscrizione alla classe successiva dove si richiedono contributi
scolastici a partire da 50 euro fino ad arrivare anche a 130 euro. In tali
moduli ci si dimentica, diciamo maliziosamente, di scrivere che il contributo è
puramente volontario, come fosse una donazione, lasciando credere alle famiglie
che la quota sia dovuta. Alcuni
dirigenti la pretendono, arrivando anche a minacciare la non iscrizione e
quindi la non frequenza, alla classe successiva. Si tratta di
comportamenti deplorevoli , che bisogna
assolutamente stigmatizzare. Ieri il
Miur ha preso carta e penna ed ha scritto una circolare, firmata dal capo
dipartimento Dott.ssa Lucrezia Stellacci dove si condannano simili comportamenti che, oltre a
danneggiare l'immagine dell'intera Amministrazione scolastica e minare il clima
di fiducia e collaborazione che è doveroso instaurare con le famiglie, si
configurano come vere e proprie lesioni al diritto allo studio
costituzionalmente garantito. Un messaggio duro e
inequivocabile, ma che non rende pienamente giustizia. Parafrasando il
proverbio iniziale, questa circolare sta alle porte di ferro, come i ladri
stanno agli esattori che hanno incassato questi contributi mascherati. Quello
che sarebbe opportuno è che i dirigenti scolastici si impegnino a restituire i
contributi scolastici illegittimamente richiesti, altrimenti il Miur dovrebbe
provvedere a sanzionarli anche severamente.