di Lucio Ficara 23 aprile 2013 Sulla
scuola esiste di fatto un programma di governo pienamente condiviso da tutti i
partiti che entreranno a fare parte della maggioranza ma resta il nodo cruciale di trovare una figura
di ministro dell’Istruzione che sia altrettanto condiviso. Il programma che ha
messo d’accordo partito democratico e popolo delle libertà è quello presentato
dai “saggi” al Presidente Napolitano. Si tratta di attuare un serio piano di azione per dimezzare la dispersione scolastica,
attraverso la diffusione del tempo pieno e l’estensione del tempo scuola nella
secondaria, reperendo risorse, almeno per quanto riguarda le regioni più
svantaggiate, attraverso i fondi dell’Unione Europea. Il programma proposto dai
“saggi” è stato pensato al fine di agevolare le larghe intese, con lo scopo di
fare nascere un governo che possa essere sorretto da una grande maggioranza
parlamentare che va dal PD al PDL. Ma per fare questo oltre che un programma
condiviso, serve un ministro dell’Istruzione che sia una figura condivisibile.
Per tale motivo pensiamo che l’ipotesi Gelmini a capo del Miur, che sta
circolando insistentemente in queste ore, non sia una scelta che possa essere
in qualche modo condivisibile.
Ecco quindi affiorare altri nomi che potrebbero,
fra qualche giorno, assumere la responsabilità di dirigere il ministero di
Viale Trastevere. Ma quali sono questi nomi? Si è già detto del
capogruppo di Scelta civica Mario Mauro, uomo vicino a Cl, ma le sue quotazioni
sono in calo in quanto dalla sua lista ci sono già i nomi di Monti, indicato
come prossimo responsabile della Farnesina, e quello dell’attuale ministro
Cancellieri, che continuerebbe a guidare il ministero degli interni. Per il
Miur si fa anche il nome di Salvatore Rossi, vicedirettore di Banca d'Italia,
che ha contribuito alla stesura del documento dei saggi sulle risorse sociali
ed economiche, ma si fa anche il nome , in passato più volte associato a questo
incarico, del PDL Maurizio Lupi. A prescindere dal nome di chi sarà a guidare
il ministero dell’Istruzione, è necessario dire che sul campo ci sono in ballo
provvedimenti, fortemente non condivisi, che sicuramente porteranno contestazione
e malcontento. Ci sono temi come quello sulla valutazione delle scuole e dei
docenti, sull'articolazione oraria del lavoro dei docenti, sul metodo del loro reclutamento. Esistono
problemi evidenti e irrisolti, come la questione degli inidonei
all’insegnamento, dei docenti quota 96 bloccati in servizio da una norma vessatoria
come la legge Fornero, esiste il problema degli scatti di anzianità e del
rinnovo contrattuale, non bisogna dimenticare nemmeno il grave problema del
riordino delle classi di concorso, e della riforma degli organi collegiali.
Motivi di divisone, per chi ha strategie e programmi politici molto differenti,
sono tanti ed evidenti. Per tali ragioni, se dovesse essere, ad avere la
responsabilità della guida del Miur, un rappresentate di Scelta civica o del
PDL sarebbe molto difficile la
condivisione di alcuni punti programmatici che ci chiede l’Europa, quali per
esempio, oltre quelli su citati, l'assunzione diretta dei docenti e la
revisione dello status giuridico dei docenti. A nostro parere la scelta
sbagliata del prossimo ministro dell’Istruzione potrebbe compromettere, su
molti temi non condivisi, i rapporti di stabilità con il Pd , che non dobbiamo dimenticarlo ha il
maggior numero di parlamentari sia alla Camera che al Senato.