di Lucio Ficara 20 maggio 2013 Siamo
giunti a – 6 giorni dal referendum di domenica 26 maggio nel quale i bolognesi dovranno
decidere se le scuole materne private
della città emiliana potranno continuare ad essere finanziate con i soldi
pubblici oppure dovranno finanziarsi con i soldi dei privati. Questo referendum sta contribuendo e non
poco, a creare un grande solco tra le varie anime del partito democratico. Infatti
mentre l’anima socialdemocratica è convintamente favorevole all’eliminazione
dei contributi pubblici alle materne private, quelle più centriste, che si
dividono in varie correnti, sono orientate verso l’opzione che mantiene la convenzione tra pubblico e
privato. A fare un vero e proprio endorsement a favore di questa ultima
opzione, è il due volte presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi.
Il professore afferma che: “se riuscirò a tornare in tempo da Addis
Abeba, voterò l’opzione B per mantenere il finanziamento pubblico per le scuole
materne private”. È , continua Romano Prodi, una questione di assoluto buon
senso, perché bocciare un accordo che ha funzionato bene per tantissimi anni e
che, tutto sommato, ha permesso, con un modesto impiego di mezzi, di ampliare
almeno un po’ il numero dei bambini ammessi alla scuola dell’infanzia e ha
impedito dannose contrapposizioni? Ritengo che sia un accordo di interesse generale. Questa presa di posizione di Romano
Prodi è coerente con l’idea politica dell’ex premier, che quando era primo
ministro ha avviato la riforma dell’autonomia scolastica fino ad arrivare con
l’ex ministro Luigi Berlinguer , dopo la caduta del suo governo, alla legge
della parità scolastica n.62/2000. Intanto il conto alla rovescia per il girono
del referendum è iniziato e l’orientamento in casa PD sembra essere molto contraddittorio tra chi è favorevole
all’eliminazione di questo contributo pubblico verso le scuole materne private
e chi invece, sempre se riuscirà a tornare da Addis Abeba, è favorevole a
barrare l’opzione B, che prevede il mantenimento di questo finanziamento di un
milione di euro.