Si riportano due domande fatte al Ministro Maria Chiara Carrozza estrapolate da una sua intervista ( http://www.concorsoscuole.it/2013/10/intervista-ministro-carrozza-leadership-agli-insegnanti/ )
Qual è la riforma strutturale che auspicherebbe per portare a insegnare i talenti e per assegnare ai docenti che già ci sono una vera leadership professionale ed educativa?
“È vero che negli ultimi anni la professione di insegnante, a causa dei tagli al sistema, degli stipendi oggettivamente molto bassi, e del complicato iter di reclutamento, è diventata meno attrattiva. Credo però che rimettendo tutto il mondo dell’Istruzione al centro dell’agenda del Paese, anche gli insegnanti potranno riconquistare una vera leadership. Tornando a considerare la scuola non più come una spesa ma come un investimento nel futuro della nostra società e dei nostri ragazzi, sono certa che anche al ruolo di ‘mentore’ che mi piace attribuire ai docenti, verrà restituita l’originale autorevolezza”.
Qual è la sua opinione sulla valutazione degli insegnanti? Questo tema si lega nevralgicamente, secondo i più, alla loro carriera. Lei che ne pensa, l’ipotesi di una carriera professionale dei docenti simile a quella degli altri professionisti – che molte associazioni ci hanno suggerito – le piace? Li stimolerebbe a fare di più?
“Ritengo che il vero tema da affrontare riguardi la valutazione dell’insegnamento, più che degli insegnanti. Un approccio sistemico è indispensabile per l’individuazione di misure innovative in grado di migliorare, innalzandone lo standard qualitativo, il nostro sistema scolastico. Un’istruzione di qualità non passa, infatti, per la sola valutazione dei docenti, ma comprende anche la valutazione delle metodologie didattiche adottate, degli strumenti di apprendimento, dell’ambiente in cui gli insegnanti operano, e anche della politica del Ministro. Proprio perché rappresentano la chiave di volta del sistema scolastico, è necessario che gli insegnanti siano qualificati, competenti e dotati, oltre che adeguatamente formati e aggiornati. Ma voglio sottolineare che la valutazione che ho in mente è avulsa da ogni logica sanzionatoria o di penalizzazione.
Bisognerà trovare delle soluzioni condivise con gli insegnanti che devono essere i principali interlocutori; si cercherà di sviluppare processi di auto-miglioramento della qualità dell’insegnamento, promuovendo la nascita di scuole che rendano noti obiettivi e priorità, verificando i risultati raggiunti attraverso un sistema di valutazione esterna accanto a percorsi di autovalutazione”.
Qual è la riforma strutturale che auspicherebbe per portare a insegnare i talenti e per assegnare ai docenti che già ci sono una vera leadership professionale ed educativa?
“È vero che negli ultimi anni la professione di insegnante, a causa dei tagli al sistema, degli stipendi oggettivamente molto bassi, e del complicato iter di reclutamento, è diventata meno attrattiva. Credo però che rimettendo tutto il mondo dell’Istruzione al centro dell’agenda del Paese, anche gli insegnanti potranno riconquistare una vera leadership. Tornando a considerare la scuola non più come una spesa ma come un investimento nel futuro della nostra società e dei nostri ragazzi, sono certa che anche al ruolo di ‘mentore’ che mi piace attribuire ai docenti, verrà restituita l’originale autorevolezza”.
Qual è la sua opinione sulla valutazione degli insegnanti? Questo tema si lega nevralgicamente, secondo i più, alla loro carriera. Lei che ne pensa, l’ipotesi di una carriera professionale dei docenti simile a quella degli altri professionisti – che molte associazioni ci hanno suggerito – le piace? Li stimolerebbe a fare di più?
“Ritengo che il vero tema da affrontare riguardi la valutazione dell’insegnamento, più che degli insegnanti. Un approccio sistemico è indispensabile per l’individuazione di misure innovative in grado di migliorare, innalzandone lo standard qualitativo, il nostro sistema scolastico. Un’istruzione di qualità non passa, infatti, per la sola valutazione dei docenti, ma comprende anche la valutazione delle metodologie didattiche adottate, degli strumenti di apprendimento, dell’ambiente in cui gli insegnanti operano, e anche della politica del Ministro. Proprio perché rappresentano la chiave di volta del sistema scolastico, è necessario che gli insegnanti siano qualificati, competenti e dotati, oltre che adeguatamente formati e aggiornati. Ma voglio sottolineare che la valutazione che ho in mente è avulsa da ogni logica sanzionatoria o di penalizzazione.
Bisognerà trovare delle soluzioni condivise con gli insegnanti che devono essere i principali interlocutori; si cercherà di sviluppare processi di auto-miglioramento della qualità dell’insegnamento, promuovendo la nascita di scuole che rendano noti obiettivi e priorità, verificando i risultati raggiunti attraverso un sistema di valutazione esterna accanto a percorsi di autovalutazione”.