di Claudia Pepe
Paolo Latella è un insegnante, un giornalista e un sindacalista
dell’Unicobas in Lombardia. Perchè parlo di Paolo Latella? Perché Paolo
da quasi un anno con coraggio e determinazione che in questo mondo deteriorato è
sempre più scemato fino a farci chiudere gli occhi, le mani e la bocca,
sta denunciando con tanto di documenti alla mano la piaga di cui tutti
noi siamo a conoscenza. I diplomifici, quelle scuole paritarie, corsi di
formazione alimentati con i soldi statali che regalano pezzi di carta in cambio
di denaro. La cartina della vergogna che Paolo ha disegnato con tanto
di nomi, ha cominciato ad avere la forma dello stivale quando nel gruppo
facebook da lui creato, hanno cominciato ad iscriversi più di 5000
insegnanti che denunciavano lo stato in cui erano costretti a lavorare.
Contratto con dimissioni in bianco per aver facilità di licenziamento allorché
una persona si ricordasse di avere una dignità, costretti a fare le pulizie,
spesso non pagati in cambio dei dodici punti da inserire nelle graduatorie ad
esaurimento. Voglio ricordare che si parla di istituti cattolici, ma
soprattutto di scuole paritarie gestiti da laici, in odore di compagni
di merende che stanno truffando in piena regola senza che nessuno faccia
qualcosa o intervenga politicamente questo laido gioco di potere. E non tutti
sono così. Paolo manda il suo dossier a giornali e televisioni ma non
trova nessuna risposta, lo manda all’ex ministro Carrozza ma sembra che quel
dossier scotti troppo per aprirlo e allora lo richiudono e lo spostano in
un’altra scrivania . Quella dell’attuale Ministro dell’istruzione Giannini, che
di quel fascicolo forse non importa molto dopo le sue ultime dichiarazioni
inneggianti all’importanza delle scuole paritarie. Scoppiano casi come ad
Avellino dove la Finanza appura l’illegalità di queste sale bische chiamati
diplomifici, e l’allora Ministro Carrozza prima va inaugurare il Liceo Carli di
Brescia di proprietà degli industriali, e poi fa un decreto legge dove
dice espressamente che non si possono formare classi terminali di un percorso
scolastico superiore in scuole paritarie, dove allievi di tutti Italia si
spostano nei vari Istituti dislocati ormai quasi dappertutto, non potranno più
esaudire questo loro desiderio. Il diploma , se lo vogliono se lo
devono sudare come tutti gli studenti che, chi con qualche problema o, chi con
facilità ma sempre onestamente, frequentano gli Istituti Pubblici. Grande
Carrozza, esultiamo tutti ma la magia dura solo un giorno come tutte le
cose belle. L’indomani su quel decreto legge sparisce questa norma e tutto
ritorna come prima, porti la residenza dove vuoi fare l’esame, paghi una bella
sommetta e diventi ragioniere, geometra, un po’ quello che vuoi. Ma qui
il problema è duplice: non è solo delle scuole bische, ma anche degli insegnanti
che accettano questo tipo di contratto e facendo così, si rendono complici di
una banda di filibustieri che magari li pagano trecento euro e li fanno firmare
per mille. Questo è un sistema mafioso, e non sono certo io quella che
ha detto una realtà :”La mafia è una montagna di merda”. E’ una vita
che queste denunce vengono fatte, la legge 62 berlingueriana non ha fatto altro
che ampliare il fenomeno visto che il reclutamento previsto dalle Gae fu
smontato dalla Moratti nel 2002 e qui se la politica non agisce chi
deve agire? Paolo è stato minacciato, ma noi insegnanti della Scuola
Statale siamo tutti con lui. Se ci fossero più Paolo Latella in
un’Italia in cui avevamo messo i sogni nel cassetto ma ci hanno rubato i
cassetti, forse poco alla volta qualcosa cambierebbe. Il fascismo nasce sempre
dalla mancata informazione, dalla censura e sul far meno rumore possibile. Paolo
andrà avanti, finché il Ministro dell’Istruzione risponderà delle sue denunce
alla comunità. Questo se esiste democrazia, altrimenti l’andremo a cercare.
L’oscuro è un destino, la luce una scelta
http://questione-di-classe.com.unita.it/scuola/2014/05/19/i-diplomifici-della-vergogna/
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