Cari studenti in piazza, la vostra "grande bellezza" è solo un'idea (vecchia)
di Gianni Mereghetti - sabato 11 ottobre 2014
Caro direttore,
anche con Renzi la protesta studentesca cerca il suo spazio e si fa sentire rivendicando come propria "la buona scuola" e "la grande bellezza".
Oggi (ieri, ndr) le piazze italiane sono state riempite di studenti che si sono allineati sotto slogan come la buona scuola o la grande bellezza siamo noi, con loro sono scesi in piazza anche se in piccola parte insegnanti arrabbiati mobilitati dai Cobas. Sono stati comunque gruppi minoritari a portare in piazza i manifestanti e in questo momento è difficile identificarne la collocazione, anche se la logica è chiara: la protesta per la protesta con annessa giustificazione ideologica, ma che siano di sinistra estrema o grillini o semplicemente incazzati è difficile dirlo.
Comunque la si analizzi rimane una protesta senza prospettive, perché la sua logica è la stessa che contesta; è vecchia e sterile questa protesta, non perché riproponga slogan consunti quale quello di voler svendere il pubblico ai privati, che è comunque del tutto falso se si legge la proposta di Renzi. E' di tutt'altra natura la inincidenza di questa protesta, ed è che pensa di poter cambiare la scuola con una idea perfetta di scuola.
E' questa la vecchia e nuova ideologia con cui ci troviamo a confronto oggi dentro le aule scolastiche, una pressione da parte del governo e la stessa pressione da parte di chi scende in piazza, la pressione affinché si realizzi la scuola in base all'idea che ci si è fatta, alla buona idea o a quella bella di scuola. E' precisamente questa, che vi sia una idea perfetta di scuola, la nuova ideologia che stanno diffondendo tra i giovani degli adulti che riprendono una vecchia mentalità, quella post-sessantottina, la convinzione che siano le idee a cambiare la realtà.
Così ci si sta perdendo, e questo è grave dopo la speranza che il presidente del Consiglio ha acceso mettendo l'educazione tra le priorità del governo. In questo modo non si farà altro che tradirle, perché un'idea pur buona di scuola non è una priorità. C'è bisogno d'altro. Non ci servono le immagini perfette di scuola, come non ci serve protestare perché queste immagini perfette non le condividiamo, in quanto ne abbiamo altre altrettanto perfette!
Noi che andiamo ogni giorno a scuola sappiamo che l'educazione è un'opera imperfetta che ogni giorno riparte da un'incompiutezza e sfida la realtà non poggiando su un'idea, ma con la forza di uno sguardo, quello di cui ognuno ha bisogno per percorrere la strada della conoscenza, la conquista di un rapporto tra lo studio e la vita, la verifica del fatto che studiare c'entri con il bisogno di essere felici. A Renzi, e a chi protesta contro di lui, rispondiamo in modo semplice: con la nostra incompiutezza quotidiana, con quel bisogno di pienezza di cui vibra il compito dell'educazione.
E' in forza di questa incompiutezza che non vogliamo la buona scuola di Renzi, né la protesta per la grande bellezza sempre più decadente; è l'incompiutezza del cammino quotidiano dell'educazione, è l'incompiutezza dei programmi, del tempo che non è mai abbastanza, è questa incompiutezza che rende una conquista il cercare la risposta alle domande che il cuore avverte e la ragione asseconda. Il bello della scuola è proprio questo, fare i conti con quello che manca e da lì riprendere ogni giorno l'avventura della libertà. La questione seria della scuola è che vi sia più libertà, più autonomia e vera parità. Solo per questo io scenderei in piazza subito, solo per questo, di meno di questo non va la pena.
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COMMENTI
11/10/2014 - La protesta è CONTRO non PER un' idea perfetta (Vincenzo Pascuzzi)
1) “E' precisamente questa, che vi sia una idea perfetta di scuola, la nuova ideologia (*) .... la convinzione che siano le idee a cambiare la realtà”. Non risulta. Nella sezione “Cronaca” di questo sito leggiamo: “Studenti in piazza CONTRO riforma e Jobs Act: proteste in tutta Italia” e “Gli studenti di tutt’Italia, da Nord a Sud in piazza per rivendicare diritti e futuro e combattere la precarietà”. Non manifestazioni PER “una idea perfetta di scuola”.
2) “Così ci si sta perdendo, e questo è grave dopo la speranza che il presidente del Consiglio ha acceso mettendo l'educazione tra le priorità del governo”. Renzi non ha acceso nessuna speranza, solo qualche aspettativa iniziale, presto svanita: la priorità (quasi un ossimoro se è fra altre priorità non note) è risultata solo propaganda chiassosa. Il governo è in carica da 8 mesi e ancora non c’è nessun atto che concretizzi la priorità tanto declamata. Il Sole24Ore di ieri riferiva che, in sede di legge di stabilità, per il Miur i tagli saranno superiori agli investimenti. Su questo sito, sezione “Cronaca”, troviamo conferma: “Scuola: Pacifico (Anief), manovra al ribasso del Governo (1, 2, 3)".
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(*) È ricorrente – qui e altrove - l’espediente di etichettare come ideologia le posizioni ALTRUI non condivise; le PROPRIE posizioni invece spesso non vanno argomentate perché sostenute da richieste imperative Ue, o da statistiche selezionate dall’Ocse o altro, o perché “i tempi sono maturi”, ....
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RISPOSTA:
I soliti commenti intellettuali e astratti del sig. Pascuzzi, che evidentemente non conosce la scuola reale, quella in cui ogni insegnante si trova di fronte a venticinque/trenta ragazzi e ragazze con un compito affascinante quanto impossibile, quello di accendere in loro il desiderio di conoscere e di iniziare qui di un cammino. Il sig. Pascuzzi con i suoi commenti irrisori non fa altro che prendere per il culo chi ogni giorno tenta questa avventura, e questo fascino. Non ce lo può rubare con argomentazioni astruse. A noi interessa parlare della scuola reale, non ci interessa ragionare sulla scuola, vogliamo parlare della drammaticità quotidiana, perché un’ora di lezione si raggiungono vertici di interesse come si sprofonda con pesanti cadute, questa è un’ora di lezione, un magma di sentimenti e tensioni diverse con ostacoli non di poco conto. Ci lasci parlare di questo, della umanità ferita che vibra dentro un’ora di lezione! Ma lei questo fa finta di non capirlo con le sue argomentazioni pretestuose, perché lei di questo non vuol parlare, lei non vuole confrontarsi con quello che succede in un’ora di lezione, soprattutto con chi ci mette la vita in quello che insegna. Visto che lei non ci si vuole paragonare, che almeno lo rispetti! GM