di Stefano Casarino
(Torino, Sede PD
Piemonte 13.11.2014)
Il nostro Autore Stefano Casarino con la Sen. Francesca Puglisi |
Il
documento “La Buona Scuola” ha suscitato, finalmente, un ampio dibattito
nazionale: a conclusione della prima fase d’ascolto, il PD Piemontese ha
organizzato un incontro di riflessione con alcuni parlamentari: l’on. Umberto
D’Ottavio; le senatrici Elena Ferrara e Nicoletta Favero e la responsabile
nazionale scuola , sen. Francesca Puglisi. Moderatrice l’assessore regionale all’Istruzione,
Gianna Pentenero, che ha condotto i lavori con piglio deciso, contingentando i
tempi degli interventi del folto pubblico per permetterne il maggior numero
possibile. Molto ampia la gamma delle proposte e delle critiche avanzate:
dall’esigenza di riservare maggiore attenzione ai problemi della formazione
professionale e del raccordo tra mondo dell’istruzione e mondo del lavoro
all’accentuazione dell’importanza strategica dell’educazione degli adulti;
dall’orgogliosa difesa della specificità tutta italiana della scuola
dell’inclusione alla doverosità di un bilancio e di un ripensamento critico
della recente, e per molti aspetti deleteria,”riforma Gelmini”. Non sono
mancate risentite proteste circa l’annunciata prossima assunzione di circa
148.000 precari iscritti alle GAE da parte di alcuni docenti abilitati che
denunciano la loro esclusione: ancora una volta, una deprecabilissima “guerra
tra poveri”, della quale, però, si dovrebbe anzitutto chieder conto a chi ha
chiuso dissennatamente i percorsi abilitanti SSIS nel 2009 senza provvedere
tempestivamente a qualcosa di validamente alternativo! E’ toccato alla sen.
Puglisi raccordare le diverse voci e tentare una non facile sintesi. Tre, a
nostro giudizio, sono state le considerazioni più significative.L’evidenziazione
della novità del “metodo” inaugurato da “La Buona Scuola”: un dibattito aperto,
la diretta chiamata in causa di chi la scuola la vive nella sua quotidianità
(docenti, alunni, famiglie) e che fino a ieri ha subito riforme calate dall’alto,
senza venire mai consultato in merito.La collocazione della riflessione sulla
scuola “al centro” del dibattito politico, nella consapevolezza che si tratta
di rimotivare, riqualificare, ridare dignità e valore ad educazione e cultura,
massacrate da logiche pseudo-aziendalistiche che hanno fatto perdere di vista
che “scuola” è, anzitutto, “incontro, dialogo” tra persone e trasmissione di
valori e tradizioni tra generazioni.Il riconoscimento franco che c’è davvero
tanto da fare, molti sono i problemi aperti che attendono un’urgente soluzione:
un vero potenziamento dell’ autonomia scolastica, finora predicata e mai
davvero attuata; la riduzione dell’elefantiasi burocratica che perseguita chi
fa scuola; un ripensamento radicale del “governo” della scuola, che non può non
partire da un serio reclutamento dei docenti e dei dirigenti, medianti concorsi
regolari come cadenza e conduzione, dalla costruzione - finalmente – di una carriera docente, che
manca solo da noi, dalla volontà di innovare e di investire davvero sulle
risorse umane, sulle eccellenze che, nonostante tutte le falsate
rappresentazioni mediatiche, la scuola italiana ha al suo interno. La “buona
scuola” in qualche misura già esiste: si tratta di impegnarsi a renderla
migliore, a credere ch’essa sia davvero il motore del futuro e ad agire di
conseguenza. Culturalmente, politicamente, legislativamente.