Dopo le pesanti dichiarazioni dell’associazione
studentesca StudiCentro riferite agli insegnanti che hanno aderito allo sciopero
degli scrutini abbiamo contattato Stefano D’Errico (Segretario
nazionale dell'Unicobas) che ha rilasciato in un comunicato
stampa le seguenti dichiarazioni:
“Non
rimarremo inerti di fronte alle dichiarazioni attribuite dalla stampa
all'Associazione 'Studi Centro'. È inaccettabile la definizione di 'criminali'
attribuita a quanti esercitano un diritto costituzionalmente garantito che,
proprio per il tributo di sangue pagato contro il totalitarismo fascista che lo
negava, la Carta annovera fra quelli indisponibili. Non possiamo consentire che
gli insegnanti italiani vengano accusati di essere 'criminali' solo perché
s'avvalgono del diritto di sciopero esattamente come è regolamentato da una
(già molto restrittiva) legge dello stato derivante da un accordo 'pattizio'
che i sindacati tradizionali avrebbero dovuto disdire da anni a fronte
dell'inadempienza di parte pubblica con un contratto-scuola bloccato di fatto
dal 2006. Oggi si sciopera per tutelare quella libertà d'insegnamento che,
altro principio indisponibile, è caratteristica fondante di qualsiasi Paese
civile, e lo si fa perché la si vorrebbe mettere a servizio di una casta
politica impresentabile. Con lo stravolgimento della figura del preside, il
Governo ed il Centro-Destra vorrebbero introdurre nell'istruzione pubblica un
padrone assoluto, destinato a farne 'cosa sua', dominus perfino nella
definizione dell'organico in contrasto con qualsiasi graduatoria pubblica e
logica concorsuale, nonché valutatore non preparato e non valutato, elemento
che per definizione non potrebbe mai essere 'terzo' all'interno di dinamiche di
gruppo che, per di più, dominerebbe. Un progetto volto a realizzare una
gestione totalitaria destinata a piegare la libertà di apprendimento,
l'indipendenza, la serietà, la mission ed il pluralismo della scuola di tutti a
logiche personali e di tendenza, trasformandola in un succedaneo degli istituti
privati (diplomifici compresi). Un'altra cosa preme denunciare. Nel caso di
'Studi Centro', si tratterebbe di un’ organizzazione 'studentesca' riconosciuta
dal Miur, i cui esponenti vanno precisando di aver avuto: "modo di
esprimere il proprio parere a livello istituzionale in più occasioni”.
Un'Associazione puntualmente interpellata quindi dal Miur. Il Ministro Giannini
ha forse consentito loro di esprimersi sugli insegnanti che lei amministra in
termini analoghi a quelli segnalati dalla stampa, 'interloquendo' con costoro?
Vista la proverbiale sordità politica che la contraddistingue, sono forse
questi i 'consigli' preferiti, dopo aver 'cassato' la voce di quell'intera
categoria che, secondo i dati forniti dal suo stesso Gabinetto (70%), ha
scioperato plebiscitariamente il 5 Maggio? L'Unicobas, primo a proclamare lo
sciopero degli scrutini, giudicato legittimo dal Garante istituito dalla L.
146/90, ha conferito incarico ai propri legali, verificate le fonti, di
sporgere formale querela contro i responsabili di queste dichiarazioni, sia a
tutela dell'immagine e della storia del sindacato che in solido con quanti, iscritti
o meno, risultano volutamente e gratuitamente offesi. Non è il primo episodio:
già alcuni insegnanti che protestavano furono definiti 'squadristi', già
esponenti politici della maggioranza hanno parlato di 'fannulloni'. Occorre
fermare con atti concreti quest'assalto frontale, diffamatorio, utile alle
lobby private che hanno l'obiettivo di mettere le mani sulla scuola pubblica.
Non è infatti immaginabile tanta ignoranza delle norme, tanta assenza di etica
del diritto (e non solo), se non per un misero tentativo di disperata reazione
alla plebiscitaria rivolta della scuola tutta, insegnanti, ata, studenti,
famiglie, che sta mettendo pesantemente in difficoltà gli estensori del ddl
ancora in discussione al Senato nonostante la Prima Commissione dello stesso lo
abbia dichiarato anticostituzionale. Calunnie quanto mai azzardate, prima
ancora che irrispettose, rozze e violente, non ascrivibili perciò alla normale
dialettica politica, delle quali chiederemo conto in sede giudiziaria, anche in
via risarcitoria. Invitiamo le altre Organizzazioni della scuola ad un lavoro
comune e sollecitiamo i docenti offesi a segnalarci la loro disponibilità a
sottoscrivere con noi la querela, segnalandocelo alla nostra e mail nazionale:
unicobas.rm@tiscali.it Stefano d'Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas)”