Sta facendo scalpore in rete, l’articolo
“La bufera sulla scuola italiana, quel
che nessun vi ha detto” pubblicato su un inserto on-line del IL SOLE 24 ORE,
l’articolo è ad opera di Attilio Oliva, presidente della TreeLLLe,
un’associazione della Confindustria che si occupa di cultura, scuola, editoria.
Sgombriamo il campo da un equivoco di
fondo, l’associazione di Oliva non è super partes, è il think tank del
Presidente del Consiglio, ricevuta con tutti gli onori dalle Commissioni
Istruzione del Parlamento ed è l’estensore del progetto “La Buona Scuola”.
Per onestà intelletuale, sgombriamo
ancora il campo da ambiguità: la testata il SOLE 24 ORE è l’house organ della
Confindustria e se giornalisticamente da una parte propone ricette
ordo-liberiste, con l’esaltazione del mercato e dell’individualismo
economico-sociale, dall’altra non disdegna i copiosi finanziamenti pubblici
necessari a garantire il diritto costituzionale al pluralismo informativo.
Analogamente se da una parte contiene
l’esaltazione della concorrenza nel mercato del lavoro e delle sue
declinazioni, dall’altra le critiche sul “capitalismo assistito” familistico
italiano sono molto rare.
Sia chiaro in tutto questo non c’è nulla
di illegale o di “inaccettabile” tuttavia serve per evitare confusioni e dare
le coordinate contestuali.
Proviamo
a questo punto ad entrare nel merito e rispondiamo in modo succinto al
presidente dell’associazione genovese, l’articolo afferma:
Cominciamo con il rilevare un
dato: l’unico obiettivo esplicito della protesta è stato il ritiro dell’intero
progetto. Si riteneva necessaria solo l’assunzione di centomila insegnanti, che
comunque venivano giudicati troppo pochi.
Mi pare che il dottor Oliva, non coglie
il nodo della protesta: gli insegnanti che hanno un contratto fermo ormai da 8
anni, hanno detto NO alle “card da 500 euro, NO ai premi del preside”.
Quindi
una categoria che è economicamente svantaggiata ha detto NO AGLI INCENTIVI
ECONOMICI DI RENZI.
Il dottor Oliva quindi non ha capito che
gli insegnanti ne fanno in primis “una questione morale ed etica”, direi di
“principi”, non interessano i soldi.
Per gli insegnanti la libertà di
insegnamento, la scuola statale e laica, il pluralismo e l’inclusione, l’equità
e la trasparenza sono i principali asset costituzionali, non monetizzabili o
“rottamabili”. … per tutto il resto, ironicamente, c’è mastercard come dice una nota pubblicità.
Dopo aver chiarito che non è una
questione di soldi nonostante l’indecenza umiliante delle retribuzioni,
proseguiamo nella puntuale lettura dell’articolo del dottor Oliva, il quale
propone nove domande retoriche a cui proveremo a rispondere:
1. Lo sapevate che, già prima
delle centomila assunzioni, la nostra scuola è quella che in Europa ha più
insegnanti in relazione al numero degli studenti? Che il rapporto è di circa
1:11 contro 1:15? Che l’età media dei nostri insegnanti è di oltre 55 anni,
mentre nel resto di Europa si aggira su poco più di 40? E che da noi si entra
in ruolo a quasi 42 anni (dopo un estenuante e umiliante precariato) contro i
25-27 degli altri paesi?
Nella Scuola italiana fanno parte
dell’organico docente, secondo le Leggi costitutive, gli insegnanti IRC di
Religione Cattolica e asimmetricamente gli insegnanti “laici” delle “attività
complementari-alternative" (circa 24.000 IRC+ 15.000 IAC), a questi circa 40.000 docenti,
vanno aggiunti gli Insegnanti Tecnico Pratici (ITP).
Probabilmente
Oliva non sa che negli istituti superiori esistono gli insegnanti di teoria (ad
esempio gli Ingegneri) e gli insegnanti
di laboratorio (ITP), parliamo di altre 15.000 unità a cui vanno aggiunte
quelli transitati dagli Enti Locali a vario titolo con la Legge Berlinguer
124/99, anche lui prestigioso esponente della Treellle.
Per
gli insegnanti di Educazione Fisica (EF), mi pare la Moratti provò ad
abbracciare modelli organizzativi anglosassoni con ipotetiche convenzioni delle
scuole con palestre del territorio, ma il progetto, anche per le pressioni del
CONI, si fermò.
A
tutti questi si devono infine aggiungere almeno 100.000 titolari della DOS-sostegno,
perché “noi” per ora (ma ancora per poco) siamo per l’integrazione degli alunni
disabili nelle scuole dei “normali”.
Nel
caso Oliva facesse le somme si accorgerebbe che al netto di queste peculiarità,
la Scuola italiana è molto, ma molto efficiente in termini di pianta organica,
lascio un appunto:
OD=Organico
Docente OC=organico
curricolare
OD= OC+IRC+IAC+ITP+ITPEL+EF+DOS
OD=OC=alcuni paesi europei
Sull’età media degli insegnanti Oliva
potrebbe proficuamente parlare con la Fornero o con qualche esodato trattenuto
in servizio o con i familiari di chi è deceduto ma doveva andare in pensione e
non avranno nemmeno il tfr: vedrà caro Oliva che le si aprirà un mondo.
Sull’estenuante precariato non ho visto
la TreeLLLe costituirsi “ad audiuvandum” presso la Corte di Giustizia Europea
nella causa sull’abuso dei contratti a tempo determinato del personale scuola.
Comunque se è un problema di soldi,
possiamo adottare il modello scolastico australiano del canale satellitare,
Murdoch sarà lieto di assegnarci qualche bouquet libero.
2. Lo sapevate che ormai da
decenni il reclutamento degli insegnanti avviene per lo più grazie a sanatorie,
senza alcuna attenzione né alla selezione di giovani laureati motivati né ad
una valutazione dei precari sulla base della loro prova sul campo? E che questo
viene definito “tutela dei diritti acquisiti”, mentre la scuola dovrebbe
tutelare prima di tutto i diritti degli studenti?
Se vogliamo chiamare sanatoria
l’assunzione di un laureato, specializzato con abilitazione universitaria o con
concorsi abilitanti, inserito in una graduatoria di merito, possiamo anche
farlo ma per onestà dobbiamo dire che
sono procedure concorsuali costituzionali, certo non è la chiamata diretta
delle aziende private.
Oliva non sa che esiste l’anno di prova
e che può essere ripetuto una sola volta e che svolge proprio quella “prova sul
campo” di cui parla.
La sanatoria nella “buona scuola” c’è ma
non sul lato docente.
Oliva
dovrebbe informarsi sulle procedure concorsuali dei presidi, dovrebbe
informarsi sui test preselettivi errati, ormai un’abitudine, sulle buste
trasparenti, sulle commissioni e collegi “imperfetti” e mi fermo qui perché se
no mi piacerebbe anche parlare delle “pillole del sapere”.
Ora affermare che chi viene chiamato per
concorso pubblico ai sensi dell’art. 97 della Costituzione, vuole “tutelare i
diritti acquisiti” mentre l’aggiramento legislativo e sistematico del giudicato
di tribunali che annullano procedure concorsuali illegittime, semplicemente è
non pervenuto nelle divagazioni di Oliva, francamente mi pare stravolgere la
realtà. Comunque eventualmente si faccia fare un briefing da Giorgio Rembado
dell’ANP ampiamente rappresentata nella TreeLLLe.
Come la vuole la Scuola Oliva? Dobbiamo
dire agli studenti: “sapete ci sono le regole, c’è la Costituzione, voi dovete
essere responsabili, cittadini..” poi gli diciamo la legge è uguale per tutti
tuttavia per alcuni si applica e per altri si interpreta? Voi studenti dovete
imparare il rispetto del regolamento scolastico mentre “noi” facciamo quello
che vogliamo?....non credo che i genitori a cui si rivolge Oliva sarebbero
d’accordo e ancora meno i docenti della scuola statale italiana.
Lo diciamo agli amici della TreeLLLe, se
vi stanno a cuore i diritti degli studenti, credetemi non è questo il modo per
tutelarli, se vi mancano idee chiedete pure (gratis) a qualunque collega
docente che vi suggerirà delle soluzioni.
3. Lo sapevate che la nostra
è la scuola d’Europa con più abbandoni (circa il 20%) e dove le assenze degli
studenti sono oltre il doppio rispetto alla media? Sarà forse perché le
attività che vi si svolgono non riescono a coinvolgerli e interessarli?
Gli abbandoni, il drop-out e la
mortalità scolastica, sono una tragedia e una frustrazione per qualunque degli
insegnanti che ho conosciuto, anche quelli più lontani dal mio modo di pensare.
L’area del disagio sociale di cui si fa carico il corpo docente è molto,
ma molto, ampia. Si tranquilizzi Oliva,
lo facciamo gratis e lo facciamo perché è il nostro lavoro, è la nostra
professionalità ma soprattutto la nostra umanità che ce lo impongono,
nonostante gli strumenti che abbiamo a disposizione sono scarsi e spesso
inutilizzabili.
Su come rendere “interessanti” le
attività didattiche potremmo chiedere a Oliva di intercedere tramite
Confalonieri, membro emerito della TreeLLLe, con la De Filippi per poter dare
qualche suggerimento nazionale.
Comunque le argomentazioni proposte
equivalgono a dare la colpa allo psicologo, al medico, al poliziotto,
dell’attività dello psicopatico, della malattia del malato, dei furti del reo.
E’ semplicemente una cosa che fa
sorridere anche i genitori che conosciamo noi e che riceviamo costantemente.
4. Lo sapevate che il 95%
degli studenti frequenta scuole statali mentre quelle paritarie chiudono l’una
dopo l’altra, perché le famiglie non riescono a sostenerne i costi? Si è
manifestato contro una immaginaria “privatizzazione”, contro un attacco alla scuola
pubblica, mentre ci si avvia di fatto al monopolio statale, con tutti i difetti
di ogni monopolio.
Articolo 33 della Costituzione, comma 3:
“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione,
senza oneri per lo Stato.”
Cosa non è chiaro nel termine “senza
oneri per lo Stato”?
Comunque
caro Oliva, fin da Berlinguer, le scuole non statali ricevono ampi
finanziamenti pubblici e sgravi fiscali, ampiamente previsti nella “buona
scuola”, naturalmente a scapito della scuola pubblica.
A
proposito di difetto del monopolio statale, perché Oliva non ci spiega come mai
i ragazzi diversamente abili non vanno nelle scuole “private”? E le
considerazioni sui “diplomifici” e sui “punteggifici”? Provi a spiegarlo ai
genitori.
L’apertura e l’imponente supporto
politico alle scuole non statali prima o poi dovrà fare i conti con le istanze
delle “scuole islamiche”, poi vedremo cosa ne pensano i genitori e la TreeLLLe.
5. Lo sapevate che una
famiglia interessata a trovare una buona scuola non dispone ad oggi di nessuna
informazione ufficiale e deve affidarsi al “passaparola”? e che questo avviene
perché la scuola statale è in realtà un luogo “privatissimo”, della cui qualità
non si riesce a sapere quasi nulla, nemmeno che ogni anno gli insegnanti (anche
quelli di sostegno) ruotano “a domanda” fra una scuola e l’altra per circa il
20%? Dove è l’attenzione per l’auspicabile “continuità didattica”?
Dunque qui Attilio Oliva sembra non
sapere che addirittura Brunetta ha imposto l’obbligo, almeno per i dirigenti
scolastici, di pubblicare on-line il loro curriculum.
Forse
non tutti i presidi riescono a
pubblicare sul portale della scuola il loro curriculum e quello dei docenti, forse
non pubblicano i tassi di assenteismo (che sono comunque disponibili in rete
perché trasmessi al dipartimento della Funzione Pubblica) o i contratti
integrativi d’istituto con ad esempio quanto spende la Scuola per i corsi di
recupero: se questo accade, è probabilmente dovuto anche al tipo di sanatorie
che spesso le procedure concorsuali di queste figure direttive usufruiscono e che Oliva e la TreeLLLe ignorano
e confondo con le assunzioni da pubblico concorso dei precari.
In altre parole dove queste disfunzioni
accadono, molta responsabilità è in capo ai presidi, che invece di esercitare
l’indispensabile leadership, spesso preferiscono assecondare i comportamenti
burocratici della segreteria piuttosto che occuparsi pienamente di aspetti
organizzativi e di trasparenza.
Comunque ha ragione Oliva, ci dovrebbe
essere di più e meglio, ma non dipende dai docenti, così come non dipende dai
pazienti pubblicizzare le strutture ospedaliere, anzi i docenti come i
pazienti, vorrebbero ottime strutture ospedaliere con buoni laboratori e
diagnostica d’eccellenza: mi creda Oliva è così.
Caro Oliva, ha la fortuna di avere nel
board della TreeLLLe il presidente dell’Associazione
Nazionale Presidi, che sa, si confronti con Lui.
6. Lo sapevate che i nostri curriculi
hanno un carattere enciclopedico (facile all’oblio) e una forte prevalenza
delle materie cosiddette umanistiche rispetto a quelle scientifiche e tecniche?
Che sono così rigidi da non permettere alcuna opzionalità per gli studenti? Che
perfino il latino, che è opzionale in tutti i paesi del mondo, in Italia (e in
Grecia) è invece materia obbligatoria per circa il 40% degli studenti delle
secondarie?
Queste
teorie le ho sentite ai tempi di Berlinguer, non a caso altra eminenza grigia
della TreeLLLe, diciamo del filone “anti-licei”.
Solo chi
ignora che le metodologie “problem solving” sono veicolate brillantemente dalle
traduzioni di Latino e Greco, che
rappresentano quindi un ottimo banco di prova per l’apprendimento metodologico
scientifico, ripeto solo chi ignora ciò può fare queste affermazioni.
Pensi
un po’ Oliva con il Greco e il Latino impari il metodo scientifico e in più
corri il rischio di saper scrivere, leggere e parlare correttamente e apprendi
più velocemente le altre lingue.
A meno
che Oliva non intenda inconfessabilmente auspicare una Scuola come “centro di
addestramento”, un profilo “minimale” dell’istituzione.
Caro
Oliva la Scuola non può e non deve sostituire i centri di addestramento
lavorativo della Confindustria: sarebbe finalmente ora che il capitalismo
italiano cominci un po’ ad investire in ricerca e sviluppo e magari paghi
adeguatamente il personale laureato.
Provi
ad immaginare Oliva come sarebbe questo Paese se non ci fosse la Scuola
s-t-a-t-a-l-e, se potesse contare solo sui laureati del settore “privato”….ci
rifletta un po’.
Però
Oliva è fortunato, sull’importanza della cultura enciclopedica e
dell’Illuminismo, come sul resto, può chiedere a Umberto Eco, anche lui del
board della TreeLLLe e che sicuramente saprà spiegare meglio di quanto possa
fare io.
7. Lo sapevate che da noi la
didattica è prevalentemente “trasmissiva” e che buona parte del tempo scuola è
impegnato da lezioni ed interrogazioni, senza un coinvolgimento più motivante e
interattivo degli studenti? E che le verifiche orali hanno la netta prevalenza
su quelle scritte e sui test, al contrario di quanto accade negli altri paesi?
I
genitori che conosco io, vogliono che il figlio sappia p-a-r-l-a-r-e bene, per
cui o Oliva, o il suo board, conosce un
altro modo, s-c-r-i-t-t-o, per fare esprimere o-r-a-l-m-e-n-t-e le abilità dell’asse della comunicazione e
allora ce lo dica, così impariamo. ...
Oppure
è la solita “boutade” da bar dello sport.
La
verità purtroppo è che spesso, nostro malgrado, siamo costretti a fare quelle cose che piacciono ad Oliva, che
sono i test più o meno a crocette, perché il taglio del monte ore disciplinare,
l’elevato numero di allievi per classe, la personalizzazione della didattica, ci impongono caro Oliva, la rapidità delle
“crocette”, un comportamento direi più burocratico che didattico pedagogico.
La prego di crederci sulla parola: questo non ci piace proprio perché ci
teniamo ai nostri ragazzi e alle famiglie, perché siamo genitori anche noi e
anche noi abbiamo figli che studiano.
8. Lo sapevate che nelle
varie indagini Pisa dell’Ocse, che riguardano circa sessanta paesi, le
competenze degli studenti quindicenni italiani sono sempre risultate
sensibilmente al di sotto della media?
A parte che le metodologie OCSE Pisa sono
tutt’altro che sicuramente scientifiche, sono come le metodologie delle agenzie
di rating che il giorno prima del fallimento quotavano la tripla AAA a Lehman
Brothers.
Caro Oliva, lei che è un “aziendalista”
di lungo corso e che ha conosciuto con il PSI genovese il mondo delle
municipalizzate, sicuramente potrà “aziendalisticamente” apprezzare un
confronto non solo della tabella che cita, ma anche della tabella comparativa
retributiva dei docenti italiani: mi creda per quello che pagano i risultati sono
brillanti, lo chieda ad esempio alle migliaia di cervelli in fuga che sono
apprezzati all’estero e che voi della Confindustria non riuscite a tenere in
Italia.
Vedrà Oliva che oltre le crocette c’è
“un mondo” reale.
9. Lo sapevate che tutte
queste anomalie e ritardi non dipendono dalla lamentata carenza di risorse
finanziarie, visto che la percentuale del Pil destinata alla nostra scuola è
del 3%, cioè in media europea, e soprattutto che il nostro “ costo per
studente” è addirittura più alto? Il problema sta tutto nella loro cattiva
allocazione: troppe risorse al personale addetto (con stipendi più bassi, ma
per un numero di addetti troppo alto) e troppo poche per la qualità del
servizio (edilizia, premialità agli insegnanti e presidi meritevoli, assenza di
un sistema di valutazione esterno delle scuole, pochissima ricerca).
Qui mi scusi Oliva devono averle fatto
uno scherzo, siccome non dubito della serietà dell’associazione e del
presidente, l’unica spiegazione plausibile è che le hanno dato le fotocopie di
dati vecchi di 20 annni oppure parlavano di un altro Paese oppure era il
programma di Matteo Renzi.
In ogni caso credo che il prof. Carlo
dell’Arringa, del board dell’associazione, oltre che figura apicale dell’Aran, le saprà dare tutte le delucidazioni, si faccia anche dire benevolmente come si
colloca il comparto Scuola, dal punto di vista retributivo e dei trattamenti
accessori, rispetto agli altri comparti pubblici….così per farsi un’idea.
Vedrà gentilissimo dottor Oliva che avrà
un quadro sicuramente più veritiero, nel frattempo con i genitori ci parliamo
noi, mi creda è meglio.
Cordialità
e grazie per il contributo di riflessione.