di Vincenzo Pascuzzi – 1 agosto 2015
1) “la categoria docente e forse anche ata si è divisa in due gruppi, a favore o contro il Referendum”.
2) “un gruppo di docenti, ata, genitori di Napoli e provincia, molti dei quali appartenenti al sindacato Snals decidono in un batter d’occhio di creare un Comitato, di presentare il quesito e di indire con fortissima determinazione il Referendum che a conti fatti e statistiche alla mano, dovrebbe senza problemi raggiungere le 500.000 firme.”
3) “Basta firmarli tutti da qualche parte si arriverà!”
4) “la strategia più idonea da adottare è quella dell'unione delle coscienze”
5) Infine, la denominazione assunta dal gruppo “Comitato leadership alla scuola” risulta un po’ strana, appare anche impropria (potevano precisare “comitato napoletano”), insomma troppo …. originale”.
Su http://it.blastingnews.com/ di oggi (1 agosto 2015) si può leggere l’articolo “Referendum scuola sì o no, quale strategia adottare” a firma di Riccardina Sgaramella.
Per chiarezza e per chi non lo sapesse, l’autrice dell’articolo è esponente di punta del gruppo napoletano c.d. “Comitato leadership alla scuola”.
Il suo articolo citato riporta affermazioni e considerazioni opinabili, lacunose, in parte non vere. Vediamo:
1) “la categoria docente e forse anche ata si è divisa in due gruppi, a favore o contro il Referendum”.
Non è affatto così! Non ci sono due gruppi, ma un gruppo (di Napoli e provincia, collegato allo Snals) che si è separato da tutti gli altri gruppi che stanno cercando insieme un approccio comune e condiviso per contrastare la disgraziata riforma scolastica.
2) “un gruppo di docenti, ata, genitori di Napoli e provincia, molti dei quali appartenenti al sindacato Snals decidono in un batter d’occhio di creare un Comitato, di presentare il quesito e di indire con fortissima determinazione il Referendum che a conti fatti e statistiche alla mano, dovrebbe senza problemi raggiungere le 500.000 firme.”
Questo gruppo napoletano è solo, isolato, forse sta già realizzando il fallimento inevitabile del suo blitz prematuro e velleitario. Civati è altro discorso e non fa parte della categoria docenti e ata.
I “conti fatti” e le “statistiche alla mano” non sono stati diffusi per poter essere verificati oppure proprio non esistono.
3) “Basta firmarli tutti da qualche parte si arriverà!”
Prospettiva assurda e irrealistica. Proporre quesiti precisi e inattaccabili, raccogliere le firme, raggiungere il quorum e poi la maggioranza sono impegni gravosissimi anche se tutti i gruppi fossero d’accordo. Figuriamoci per un gruppo limitato alla sola provincia di Napoli!
4) “la strategia più idonea da adottare è quella dell'unione delle coscienze”
Certo che è questa la strategia, lo sappiamo bene e da tempo. Sorprende grandemente che venga affermato ora come novità proprio da chi ha avviato un’iniziativa solitaria e in contrasto. Volevano conquistare la “leadership”, la primogenitura, emergere e farsi belli? Oppure l’affermazione è un preannuncio di un ripensamento imposto dai fatti e dalla situazione?
5) Infine, la denominazione assunta dal gruppo “Comitato leadership alla scuola” risulta un po’ strana, appare anche impropria (potevano precisare “comitato napoletano”), insomma troppo …. originale”.
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Referendum scuola sì o no, quale strategia adottare