L'aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl di deleghe al governo
sulla riforma della pubblica amministrazione. I sì sono stati 145, i
no 97, nessun astenuto, così si scrive nel sito web di Repubblica.it (http://www.repubblica.it/economia/2015/08/04/news/riforma_pa_scheda-120408777/?ref=HREC1-2
) . Dallo stesso articolo tra i punti che potrebbero coinvolgere la
scuola citiamo:
1.
Stretta su dirigenza. Anche i capi
diventano licenziabili se valutati negativamente. Ma pur di non essere mandati
via potranno optare per il demansionamento. Gli incarichi non saranno più a
vita (4+2 anni) e scatta la revoca in caso di condanna della Corte dei Conti. A
proposito è stato aggiunto un intero articolo dedicato al processo contabile.
2.
Concorsi, addio voto minimo di laurea.
Non ci sarà più una soglia sotto la quale si è fuori dalle selezioni pubbliche.
L'obiettivo è dare più importanza alla valutazione in sede di concorso. Nelle
prove non mancherà mai un test sull'inglese.
3.
Licenziamenti più facili. Quando
scatta un'azione disciplinare non si potrà più concludere tutto con un nulla di
fatto, la pratica dovrà essere portata a termine senza escludere il
licenziamento. Quanto alla diatriba sull'articolo 18, la reintegra resterebbe.
4.
Assenze, poteri all'Inps. Niente più finti
malati. Per centrare l'obiettivo le funzioni di controllo e le relative risorse
passano dalle Asl all'Inps. Vengono poi posti dei paletti per il precariato.
C'è anche un passaggio per favorire la staffetta generazionale, ma a costo zero.
Nasce la Consulta per l'integrazione dei lavoratori disabili.
Aldo Domenico Ficara