Il principio della rana bollita,
utilizzato dal filosofo americano Noam Chomsky, fa riferimento alla Società, ai
Popoli che accettando passivamente, il degrado, le vessazioni, la scomparsa dei
valori, dell'etica, ne accettano di fatto la deriva.
A tal riguardo in un blog di cui
si riporta il link (https://marco4pres.wordpress.com/2010/10/21/il-principio-della-rana-bollita-di-noam-chomsky/
) si scrive: “Immaginate un pentolone
pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il
fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa
tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura
sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia
non si spaventa. L’acqua
adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la
forza di reagire.
Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora,
fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa
direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe
balzata subito fuori dal pentolone. Questa esperienza mostra che – quando un cambiamento si
effettua in maniera sufficientemente lenta – sfugge alla coscienza
e non suscita – per la maggior parte del tempo – nessuna reazione, nessuna
opposizione, nessuna rivolta “. Se si guarda ciò che sta accadendo nel nostro
sistema dì istruzione da alcuni decenni,
ci si accorge di una lenta deriva culturale e
organizzativa alla quale piano piano gli insegnanti e tutto il
personale delle scuole si abituerà.
La domanda nasce spontanea: “Gli insegnanti sono ormai tutti rane
bollite ?”