n In un articolo pubblicato quasi dieci anni fa sul Corriere
della Sera si descrivono i momenti di un’ispezione scolastica nei confronti di
un insegnante ( indicato come professor X ), la cui conoscenza della
propria disciplina si era diradata nel tempo. In merito a questa ispezione si scriveva: “ «Alza la
voce». Gli studenti urlano al professor X. di farsi almeno sentire. Quattro
mesi dopo, non fanno più nemmeno quello. Nelle sue ore, quando lui entra, loro
escono. L'insegnante soffre di «incapacità didattica conclamata» secondo
l'ispettore. «La sua conoscenza della materia si è totalmente diradata nel
tempo».
L'inviato del ministero assiste alle lezioni del professor X. e capisce
che il problema non è solo nella sopraggiunta ignoranza di una materia studiata
vent'anni prima. «L'incapacità professionale è dovuta anche a una situazione di
scarsa autostima che si riflette in una bassissima immagine di sé».
L'insegnante fa lezione con tono di voce sommesso, rigido, le mani abbandonate
lungo i fianchi, rivolgendo le spalle agli studenti. Nel colloquio con
l'ispettore non riconosce il problema. Agli studenti, che gli chiedono di
spiegare argomenti che loro, da soli, riconoscono come importanti, contrappone
un rifiuto netto. «Stessero attenti, imparerebbero. Io spiego, e a chi non
segue metto un 2 sul registro» è la sua tesi. Nell'atteggiamento «di totale
chiusura del professor X., che gli consente di frapporre un muro tra sé e gli
altri», l'ispettore rileva come all'insegnante «manchi del tutto la coscienza
della funzione di apprendimento degli studenti».
Viene formulata una richiesta
di «dispensa dal servizio», ovvero l'assegnazione «ad altro incarico». Il
professor X. fa ricorso. Viene decisa un'altra ispezione “.