Si apprende da un articolo pubblicato su Repubblica.it che Davide Faraone, sottosegretario
all'Istruzione, stia curando il decreto legislativo riguardante la riforma del
sostegno.
Lo stesso Faraone riassume questo complesso iter
legislativo nel seguente modo: "Semplificazione, continuità, maggiore
formazione e specializzazione per andare incontro alle esigenze reali degli
alunni, costruzione di un progetto di vita che vada oltre la scuola e un'inclusione
che è responsabilità di tutta la comunità". A Viale Trastevere la parola
"sostegno" sarà sostituita da quella "inclusione" , inoltre
il concetto di "Progetto di vita" sarà inserito per fare comprendere che la riforma sul sostegno vuole coinvolgere tutti, dagli alunni
disabili a quelli normodotati, magari con qualche difficoltà anche temporanea, e che l'orizzonte temporale non sarà solo
quello degli anni di permanenza a scuola. A tal riguardo gli insegnanti di
sostegno dovranno essere più preparati, infatti, in luogo di 60 crediti
formativi universitari, per ottenere la specializzazione su sostegno occorrerà
sostenerne 120, ovvero il doppio.
Inoltre la formazione specifica su sostegno
sarà estesa a tutti i futuri insegnanti.
Anche quelli già assunti dovranno
formarsi sulle problematiche dell'inclusione, visto che con la Buona scuola
l'aggiornamento sarà obbligatorio. Si potrebbe dire: “ Nella Buona Scuola il
bello deve ancora venire”. Se poi quello che arriverà sarà bello, lo diranno
gli insegnanti, che di Buona Scuola ormai hanno una sufficiente esperienza. Si
ricorda la differenza tra studenti DSA e studenti BES (http://aldodomenicoficara.blogspot.it/2016/01/distinzioni-tra-dsa-e-bes.html
): Nel primo caso si tratta di una
categoria di disturbi in cui rientrano ad esempio dislessia, disortografia,
disgrafia e discalculia. Vengono diagnosticati da psicologi e/o
neuropsichiatri.
La loro identificazione è di pertinenza del settore sanitario.
In tale contesto clinico si cercherà di comprende...re le caratteristiche della
persona (punti di forza e debolezza, eventuali altre difficoltà associate
ecc.), in base alle quali la scuola dovrà adottare le strategie didattiche
opportune (inclusi, quando necessario, strumenti compensativi e dispensativi) e
dovrà elaborare un piano didattico personalizzato (PDP). Nel secondo caso
contrariamente a quanto spesso si crede, non sono una categoria diagnostica e
di per sé non identificano un disturbo poiché qualunque studente può
manifestare dei bisogni educativi speciali nel corso del suo percorso di studi
( anche un genio che non si è integrato bene nel gruppo classe ). Ci riferiamo
a una difficoltà che dà diritto a un intervento personalizzato (che può portare
al PDP) ma non si tratta di un concetto clinico, bensì pedagogico ( con tutta
la discrezionalità delle decisioni collegiali deliberate ).
Qualunque studente
può avere dei bes per diversi motivi: fisici, biologici, fisiologici,
psicologici e sociali.
Aldo Domenico Ficara