A Pontevico non si placa la polemica
all'istituto comprensivo dopo la canzone di Natale nella quale è stata tolta la
parola Gesù. Ieri addirittura è stata messa una cuffia di lana sulla statua di
San Francesco, un gesto che sembrava nascere dalla volontà di nascondere
l'aureola del santo. Tanto che per alcuni momenti è stato paventato
l'intervento delle forze dell'ordine per rimuovere il copricapo.
Sul fatto della canzone di Natale
riportiamo la risposta del Dirigente scolastico:
Buonasera.
Sono il dirigente Scolastico dell'I. C.di Pontevico, Prof. sa P. B.. Con la presente intendo inviarvi in allegato un
comunicato congiunto degli insegnanti della Scuola Primaria: intendo ribadire
che la scuola statale ha come primario mandato
quello costituzionale. In particolare, attivando l'articolo 3, si richiama al
fatto che attraverso l’uguaglianza sostanziale, lo Stato e le sue articolazioni
si assumono l’impegno di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e
l’uguaglianza dei cittadini: questo non significa che il compito dello Stato
sia quello di tendere verso un malinteso egualitarismo, inteso come uguaglianza
dei punti d’arrivo, dove l’individuo finirebbe per essere annichilito,
schiacciato dal peso di una società di eguali. Il compito dello Stato è invece
quello di agire concretamente per metter tutti nelle stesse condizioni di
partenza, dotando ognuno di pari opportunità per sviluppare e realizzare
pienamente e liberamente la propria personalità. Il principio di uguaglianza è
stato declinato in un generale divieto di discriminazione; si discrimina quando
si trattano in maniera uguale situazioni diverse, ovvero quando si trattano in
maniera diverse situazioni uguali. L’uguaglianza è un obiettivo tendenziale che
deve essere difeso e tutelato soprattutto quando, come oggi, esso risulta al
centro di un attacco incrociato, sia nella sua accezione formale che
sostanziale. Nelle nostre scuole sono appesi crocifissi, immagini della Vergine
Maria (statue presenti sul territorio) appese nei corridoi e si mandano gli
alunni cattolici a vari incontri di preghiera, in collaborazione con la
parrocchia. Anzi: il nostro istituto, in collaborazione con Caritas di
Pontevico, ha garantito l'accoglienza di vari alunni con lo status di rifugiati
politici e richiedenti asilo. Mi chiedo, leggendo le parole dell'abate, che
fine abbia fatto questa collaborazione sostanziale. Nella nostra scuola non si nega alcuna tradizione né religione, ma
si garantisce il diritto di ognuno al rispetto della persona e delle sue peculiarità.
Per non negare la realtà odierna, ma renderla abitabile, in un'ottica
costruttiva. Mi chiedo come mai i genitori non abbiano cercato un confronto né
con i docenti né con la sottoscritta: è evidente la volontà di strumentalizzazione,
connessa alla moda di polemiche su presepi e quant'altro. Polemica sempre strisciante,
mai aperta e basata sul confronto vero. Prendiamo atto. Ma continuiamo nella
nostra mission istituzionale