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Può capitare a chi si inserisce nella classe
di concorso 57/A-Scienze degli alimenti per l’insegnamento (insegnamento
inserito nelle programmazioni della scuola magistrale ) , di imbattersi in un lessico anacronistico:
“lavori donneschi”. Questo termine ancora nel 2014 lo
possiamo trovare su un modulo per l’inserimento nelle graduatorie di
insegnamento. Rimane del tutto
sorprendente che nonostante tutte le riforme
in ambito scolastico, comprese tutte le variazioni nei nomi delle materie
scolastiche e universitarie, quell’accezione discriminante persiste. Quel
“lavori donneschi” ci riporta a un periodo in cui la donna veniva considerata
prevalentemente nel suo ruolo di sposa e madre di famiglia e tagliata fuori da
un contesto sociale di più ampio respiro. Si parla infatti di “lavori
donneschi” nella legge Casati del 1859, un decreto regio del Regno di Sardegna,
entrato in vigore nel 1860, e con l’unificazione d’Italia esteso a tutta la
penisola.
Per capire meglio il termine lavori
donneschi si riporta una sorta modulo didattico del 1923.
Economia domestica:
·
La
pulizia personale: Oggetti da camera attinenti alla pulizia personale ed
igiene. Il corpo. I denti. Gli indumenti. I bagni. Le calzature.
·
La
pulizia delle stanze: Riscaldamento e ventilazione. Camini. Stufe.
Riscaldamento centrale.
·
L’acqua
e l’igiene: Filtrazioni dell’acqua. Candele filtranti. Acqua potabile. Analisi
dell’acqua. Indice di contaminazione. Acque minerali.
·
La
cucina: Attrezzi e stoviglie. Il gas. L’elettricità. Contatori. Lettura di
essi. Precauzioni da pigliare usando il gas.