La parte finale di un articolo
pubblicato su TuttoScuola recita così: “L’intreccio
tra il no referendario e il contemporaneo rilancio del sistema elettorale
proporzionale effettuato dalla Corte costituzionale a determinare le
conseguenze politiche di maggiore rilievo, come mostrano le vicende di questi
giorni. L’affossamento del sistema elettorale maggioritario ha ridato spazio e
ruolo a soggetti politici interessati a marcare la propria identità e a cercare
visibilità e rappresentanza in Parlamento. La scuola, insieme al lavoro, è al
centro delle ragioni e delle piattaforme programmatiche con le quali si stanno
costituendo tali soggetti, da ‘Sinistra italiana’ guidata dal neosegretario
Nicola Fratoianni al costituendo nuovo raggruppamento ‘Democratici e
Progressisti’ che fa capo all’ex segretario del Pd Bersani e a Roberto
Speranza, spinti e incoraggiati da Massimo D’Alema “. Ci si dimentica del ruolo
che potrebbe avere il Movimento 5 Stelle che nel caso andasse al governo. In
tal caso potrebbe decidere di abolire la chiamata diretta, oppure di introdurre
delle nuove norme per il reclutamento insegnanti. A tal riguardo si ricorda che
in questi anni il Movimento 5 Stelle ha presentato “Sette soluzioni per la
Scuola”, ma nessuna di queste è stata approvata in parlamento. Le proposte del
Movimento 5 Stelle per la riforma della scuola riguardano: l’edilizia
scolastica, reclutamento docenti, numero degli alunni nelle classi, contributi
volontari, insegnamento 2.0, salute degli studenti e stop dei fondi statali per
le scuole paritarie. A tutto questo poi si aggiunge lo stralcio della Legge
Gelmini.
Aldo Domenico Ficara