Galli della Loggia scrive: «Rinunciando
a istituire una scuola che seleziona in base al merito – e dunque
inevitabilmente che boccia (una parola poco simpatica, ma un altro modo e
un’altra parola, ahimè, ancora non sono stati inventati) – essi riescono a dare
a credere, specie alla parte meno avvertita dell’opinione pubblica, che ormai
esiste finalmente una scuola davvero democratica». Una situazione che – è la
riflessione – fa comodo a molti, a
partire dalle famiglie, ma che cancella qualsiasi forma di meritocrazia dalla
scuola e, a caduta, dalla società italiana. Procurando danno prima di tutto ai
ragazzi e, soprattutto, a quelli davvero meritevoli.
A tal riguardo Galli della Loggia calca la penna scrivendo: “
Se tutti gli studenti avessero i voti che meritano non verrebbe promosso più
del 20 per cento». Spetta a un professore di un istituto tecnico commerciale
pugliese il merito di aver ancora una volta portato alla ribalta nel modo più
clamoroso ( il professore non stava al gioco, e viceversa dava ai suoi studenti
i voti che meritavano, il dirigente della scuola dove insegnava lo ha sospeso a
suo tempo dal servizio: sanzione disciplinare che adesso, dopo ben cinque anni,
il giudice del lavoro di Lecce ha però annullato dandogli ragione ), la grande menzogna su cui si regge da anni il
sistema dell’istruzione italiano: le promozioni d’ufficio “.
Aldo Domenico Ficara