Si riporta uno stralcio di un articolo scritto nel 2008 e pubblicato sul sito web Libreria delle donne di Milano, che immagina con successo quello che sarebbe accaduto al sistema scuola dopo sette anni nel luglio del 2015:
" La via dell'aziendalizzazione sulla quale si sta marciando a tappe forzate ci fa intravedere un futuro diverso: saranno le scuole stesse a fare assunzioni, a stipulare contratti di collaborazione, a licenziare.
" La via dell'aziendalizzazione sulla quale si sta marciando a tappe forzate ci fa intravedere un futuro diverso: saranno le scuole stesse a fare assunzioni, a stipulare contratti di collaborazione, a licenziare.
Il controllo si opera a partire dal
vertice cui la scuola azienda risponde. Secondo il disegno di riordino della
pubblica amministrazione cui si è dato vita con la cosiddetta Bassanini,
(governo Prodi 1997, legge delega di applicazione alla scuola del 1999 ): gli
ordini partono dallo staff del ministro, passano ai responsabili regionali la cui
nomina dipende direttamente dal governo, di lì arrivano ai dirigenti
scolastici.
Per i responsabili scolastici regionali
si era detto che non dovesse valere automaticamente lo spoil system, cioè la
decadenza automatica nel momento in cui cambia il governo, che vige, dopo la
Bassanini, negli altri settori della pubblica amministrazione
Per quanto riguarda i dirigenti
scolastici la loro fedeltà viene assicurata attraverso la durata triennale
dell'incarico che può essere riconfermato o meno e attraverso una parte
variabile di stipendio che si riferisce alle dimensioni della scuola e a criteri
di valutazione ancora piuttosto indeterminati..
Gli organi collegiali sono stati
ulteriormente svuotati di contenuto. Il Consiglio di Istituto è divenuto il
Consiglio di Amministrazione della scuola azienda che deve competere per
conquistare iscrizioni con gli altri istituti superiori. I consigli di Classe,
nei quali si decide della sorte degli studenti, ratificano i voti trasmessi dai
docenti al sistema computerizzato. Quando si apre una discussione, in tutti gli
organi chiamati democratici, il dirigente tende ad imporre l'unanimità. Deve
dimostrare che è un leader efficiente e che non c'è alcun conflitto, o teme che
non restino a verbale considerazioni che potrebbero servire da appiglio in caso
di ricorsi.
Sulle insegnanti che resistono in un
atteggiamento di dissenso vengono esercitate minacciose pressioni: ricordo una
collega che persisteva e con la quale il dirigente sbottò così: in questa
scuola noi due siamo incompatibili, e siccome non posso andarmene io, deve
farlo lei!"