Da questa mattina davanti alla sede del
ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere, fino al 26 maggio i dirigenti
scolastici si alterneranno nella clamorosa protesta in base alle Regioni di
provenienza. Si comincia con i dirigenti scolastici campani, piemontesi e di
Lazio, Liguria, Abruzzo e Valle d'Aosta. A promuovere l’iniziativa senza precedenti
l’associazione Dirigentiscuola, che raccoglie circa 500 aderenti. I commenti
inseriti nella pagina Facebook di RTS (e in altre pagine social ) verso questa
iniziativa sono molto polemici:
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M.
L. Ma se siamo diretti da gente così ( professionisti
che fanno lo sciopero della fame per risolvere i problemi ), che analizzando
una legge non capisce cosa dovrà fare e come diventerà il proprio lavoro,
pensate che ci sia un futuro per l'insegnamento?
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G.
C. E solo l'inizio della fine. Ora ci
sarà un'altra ondata di immissioni in ruolo con stipendi da fame per indebolire
l'identità della professione insegnante ed il senso di appartenenza e dunque
placare malumori su stipendi, contratto...ci gestiscono come gestiscono gli
immigrati e forse con le stesse finalità a scapito delle generazioni future..
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R.
T. Poracci. Domattina gli porto qualche
cornetto e un termos di caffè caldo.
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G.
M. tempo fa un dirigente disse: ci hanno
dato la Ferrari e non la sappiamo guidare.
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V.P.
Scuola, i presidi in sciopero della fame .... lontano dai pasti e a staffetta.
Non oso immaginare le conseguenze
sociali, se le medesime forme di
protesta fossero adottate dagli 800mila insegnanti, mal pagati e senza un
minimo futuro professionale. Forse si dovrebbe esaltare l'esempio di quei Dirigenti scolastici che non fanno scioperi della fame, ma si impegnano costantemente con le oro competenze nel risolvere ogni problematica didattico organizzativa.
Aldo Domenico Ficara