Il giurista e politico Stefano Rodotà è
morto oggi – 23 giugno 2017 – a Roma: aveva 84 anni. Calabrese, originario di
un famiglia albanese della comunità arbëreshë del Cosentino, dove era nato il
30 maggio del 1933, è stato professore universitario, ex parlamentare, primo
Garante per la protezione dei dati personali. Venne eletto deputato per la
prima volta nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista
Italiano. Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato
dal Pci di Achille Occhetto e successivamente, dopo il XX Congresso del partito
comunista e la svolta della Bolognina, aderisce al Partito Democratico della Sinistra,
del quale sarà il primo presidente del Consiglio nazionale, carica che
ricoprirà fino al 1992. Nell’aprile dello stesso anno torna alla Camera dei
deputati tra le file del Pds, viene eletto vicepresidente di Montecitorio e fa
parte della nuova Commissione Bicamerale. Presidente del Garante per la
protezione dei dati personali tra il 1997 e 2005, nel 2013 ha sfiorato il
Colle: era il candidato presidente della Repubblica del Movimento 5 Stelle,
appena entrato per la prima volta in Parlamento. Al Quirinale fu votato anche
dai parlamentari di Sinistra ecologia e libertà – e da qualche deputato del Pd
– ma venne sconfitto da Giorgio Napolitano, eletto per la seconda volta.