di Filomena Fuduli Sorrentino
La vita è una ciliegia. La morte il suo
nòcciolo. L'amore il ciliegio. – Jacques Prévert (da Chanson du mois de mai)
Ti amo VS ti voglio bene
Strano come noi italiani modifichiamo il
sentimento dell’amore con le parole, e come la maggior parte di noi non dica ti
amo facilmente a un amico o a qualcuno dei nostri cari. Per molti italiani
l’amore per definizione è un sentimento intenso tra l’amante e l’amato in un
rapporto di passione, perciò, difficilmente si sente l’espressione affettiva ti
amo fra maschi, salvo che non sia detto ironicamente (parlo di amicizia o
relazioni tra padre e figli, per esempio, e non tra due amanti). Ti amo è
un’espressione di forte sentimento e viene usata tra due amanti, due fidanzati,
o con chi si ha una relazione sentimentale.
Una conversazione con una mia amica che
vive a New York mi ha portata a questa riflessione sulle due espressioni
d’amore usate da noi italiani: “ti amo” e “ti voglio bene”. La mia amica
affermava che lei “ti amo” lo dice facilmente alla mamma e alle amiche per dimostrare
l’affetto che prova per loro. Non c’è dubbio che le mamme si amano, e ci amano
di più, come dice Toto Cutugno in una sua canzone che mi sta molto a cuore,
perché mio figlio me l’ha dedicata al suo matrimonio. Comunque a me non viene
facile dire “ti amo” alla mia mamma o altri famigliari, e per esprimere il mio
affetto verso di loro uso l’espressione “ti voglio bene”, frase che, al
contrario di “ti amo”, non ha connotazioni passionali o d’intimità. Questo non
significa che io “ami” la mia mamma meno di chi le dice “ti amo”, ma
semplicemente uso parole diverse, mentre i miei figli nati in America mi dicono
“I love you”.
Quando si tratta, di essere espressivi
con le persone che abbiamo a cuore, tutto dipende dalla cultura famigliare in
cui siamo cresciuti. Anche se ci sono tanti italiani che dicono “ti amo”
facilmente, in alcune regioni d’Italia questa voce raramente è usata con gli
amici, i figli, i genitori, i fratelli e le sorelle, e l’affetto che si prova
per loro si esprime, invece, con l’espressione “ti voglio bene”, letteralmente
“voglio il tuo bene”. In inglese questa differenza non c’è e tutti dicono “I
love you”. Ma ci sono anche espressioni come “I care for you/I feel for you”
che si traducono bene con “ti voglio bene” e che significano “mi stai a cuore”.
Inoltre, c’è l’espressione “I wish you well” letteralmente “ti voglio bene” ma
il suo significato è un augurio di buona riuscita per un viaggio o un progetto
importante, oppure un saluto di addio per una persona che parte e va via.
Quindi, se parliamo del significato
culturale di queste due espressioni diverse e distinte, per gli studenti
americani capire come dire “I love you” in italiano può creare confusione. Ma
si può benissimo semplificare la spiegazione scrivendo la traduzione “amare”
(to love) sulla lavagna e poi spiegare che questo verbo in italiano ha
connotazioni diverse perché molti italiani esprimono il loro affetto con le
frasi “ti amo” e “ti voglio bene”, usate in modo e in contesti distinti.
Naturalmente, bisogna fare molti esempi con le due espressioni sia scritte e
sia orali, e poi, per rendere la lezione più interessante, è vantaggioso
includere attività ed esercizi con canzoni, poesie, e letteratura, e video
YouTube, a seconda del livello degli studenti.
Sentimenti in musica
Il nostro repertorio musicale è ricco di
canzoni che contengono l'espressione “ti amo”, come quella di Umberto Tozzi o
Io amo di Fausto Leali. Poi ci sono le canzoni con “ti voglio bene”, come la
famosa Caruso e il suo famosissimo verso “te voglio bene assai”, scritta da
Lucio Dalla e cantata, tra gli altri, da Pavarotti. Le canzoni sono ottime come
esercizio d’ascolto, e per paragonare e analizzare le due espressioni e il loro
significato. Un’altra bellissima canzone, in napoletano, che include entrambi i
termini è cantata da Massimo Ranieri, Te voglio bene assaje. Le canzoni sono un
ottimo metodo d’apprendimento perché favoriscono l’acquisizione della lingua in
modo divertente.
A parte la famosa frase di Prévert,
riportata in apertura di questo articolo, includo anche due definizioni: 1)
A-mó-re, un'etimologia falsa ma molto poetica che deriva dal latino a-mors,
senza morte. È un affetto intenso, costante, e fortemente radicato per qualcuno
di profonda tenerezza, o devozione. 2) Sentimento, affetto che comporta anche
attrazione, forte ed esclusiva per una persona, fondata sull’istinto sessuale,
che si manifesta come desiderio fisico e piacere dell’unione affettiva. –
Garzanti.
Malgrado ciò, quando si parla di amore,
fraterno, materno, paterno, tra amici o amanti troviamo che questa parola è tra
le più usate non solo fra persone, ma anche nei romanzi, nelle poesie, e dai
media. Eppure, è difficile dare una definizione universale all’amore ed essere
tutti d’accordo, anche se questo sentimento è un’esperienza indispensabile che
riempie e caratterizza la vita di ognuno di noi. L’amore è un sentimento
d’intenso affetto che ci procura una sensazione di benessere fisico e
psicologico. Sentimento espresso da una madre verso il figlio, e viceversa, o
l’affetto verso il padre, il proprio fidanzato, il marito o il compagno ma può
essere anche un forte sentimento verso un animale, un oggetto o un ideale:
l’amore per la patria e per il proprio paese natio, oppure per la musica o
l’arte. Perciò l’amore non è solo un sentimento di profondo e intenso affetto
romantico e passionale, anzi può essere anche di simpatia, rivolto verso
qualcosa o qualcuno, quindi, si può dire che si ama una cosa o qualcuno per
dire che piace moltissimo. Anche se, quando si parla d’amore, e di cosa si ama,
molto dipende dal rapporto che c’è fra le persone cui è espresso, e dal modo o
dal momento in cui la frase è detta. Insomma, quando si dice "ti amo"
significa che l’amore è vero, e non esprime solamente l'amore nel senso
romantico o sessuale, ma anche quello affettivo. Amare vuol dire donarsi agli
altri, e non si può amare se prima non s’impara ad amare se stessi.
L’amore nella letteratura
Di amore si è scritto e si scrive molto
e nella letteratura italiana l'amore rappresenta un tema fondamentale. L’amore
lo notiamo nel Dolce stilnovo, nato a Firenze verso la fine del 1200, il quale
porta a perfezione la spiritualizzazione del sentimento dell'amore nella
poesia. Gli stilnovisti erano Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti e Dante
Alighieri; i maggiori esponenti della stilistica della canzone, considerata la
poetica più elevata, e destinata a un pubblico colto. Nelle opere di Dante
l’amore è un sentimento che attrae e unisce due persone e può assumere forme di
pura spiritualità. Nei suoi capolavori, il poeta si concentra sulla descrizione
dei sentimenti e delle sensazioni che l'amore che lui prova verso Beatrice, la
donna-angelo idealizzata da Dante che rappresenta l'intermediario tra Dio e
l’uomo. Nel terzo volume della Divina Commedia, il Paradiso, Dante concepisce
l'amore come una forza spirituale che innalza l'uomo fino a Dio, e questo
sentimento può essere provocato solo dagli atteggiamenti gentili e sensibili
della donna amata, la quale, come un angelo è capace di innalzare l'uomo fino a
Dio.
Ma l’amore non è solo gioia,
spiritualità e piacere, questo sentimento può essere anche una forza crudele
che travolge i cuori umani e provoca dolore.
A volte chi ama può provare ansia,
gelosia o dolore fisico, e questo varia a seconda del carattere e della
sensibilità delle persone, e nel momento in cui l’amore viene a mancare può
recare dolore e sofferenza, creando una sensazione di vuoto che porta a ricercare
qualcosa che ricompensi la mancanza, e spesso, il vuoto si colma con un’altra
esperienza amorosa come possiamo leggere nei seguenti versi dell’Inferno, nel
canto dedicato a Paolo e Francesca:
“Amor, ch'al cor gentil ratto
s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor
m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense”.
Dante Alighieri, Inferno V , 100-108
Che significa innamorarsi
L’innamoramento ha a che fare con gli
ormoni, la passione, le somiglianze nel carattere, le attitudini personali, e i
bisogni da soddisfare. Innamorarsi significa rispecchiare il proprio amore
nell’altro e allo stesso tempo coinvolge e sconvolge facendo provare emozioni
diverse. Sull’innamoramento psicologhi e scrittori hanno versato fiumi
d’inchiostro. Per saperne di più su questo tema consiglio di leggere, e di far
leggere agli studenti, il libro Innamoramento e Amore del sociologo Francesco
Alberoni, secondo cui ci si innamora quando si è pronti a mutare e a iniziare
una nuova vita.
Articolo pubblicato su La Voce di NY
http://www.lavocedinewyork.com/arts/lingua-italiana/2015/03/08/ti-amo-no-ti-voglio-bene-differenze-linguistiche-e-culturali/