Riportiamo l’inizio di un articolo
pubblicato nel marzo del 2016 sulle pagine de Il Tempo riguardante una proposta di adeguamento
dell’indennità di funzione dei commessi parlamentari. L’articolo recita così: “ Una
bozza di deliberazione preparata dalla maggioranza a Montecitorio prevede di riportare le indennità di funzione (una parte del compenso di
assistenti, consiglieri e tecnici che lavorano in Parlamento) ai valori
previsti al 31
dicembre 2012 , che erano più del doppio rispetto a quelli degli
ultimi anni. Così il segretario generale (il grado più alto
dell’amministrazione) otterrà 2.200 euro netti al mese in più, un capo servizio
quasi 1.200 euro, un coordinatore di unità operativa di V livello 441 euro, un
interprete-traduttore 378 euro, fino ad arrivare ai più «poveri», gli addetti
alle segreterie del presidente, dei membri dell’ufficio di presidenza e del
segretario generale che avranno un aumento di indennità di funzione pari a
quasi 160 euro netti al mese.
Eppure gli stipendi dei dipendenti di Camera e
Senato, ridotti nel tempo, sono rimasti piuttosto alti. Con venti anni di
servizio, ad esempio, un documentarista porta a casa più di 150 mila euro
all’anno o un collaboratore tecnico oltre 100 mila. Dopo dieci anni di
anzianità i compensi oscillano tra i 50 e i 144 mila euro lordi all’anno. Con
le nuove indennità gli stipendi saliranno ancora. La differenza per le casse di
Montecitorio sarà rilevante: quasi un milione e mezzo di euro all’anno “.
La
domanda nasce spontanea: “Trattare gli aumenti stipendiali degli insegnanti al
pari di quelli dei commessi parlamentari è possibile ? “
Aldo Domenico Ficara