L’applicazione dell'alternanza
scuola-lavoro introdotta in Italia riceve aspre critiche pure a Berlino, nel
corso del Convegno dell'Accademia Europa della Cesi sulla Formazione
professionale, dal titolo “Focus sull’insegnamento professionale e
l’apprendistato, ponte tra istruzione e mondo del lavoro”: alla presenza dei
sindacati indipendenti europei, di rappresentanti della Commissione europea e
del Governo tedesco, il modello adottato nel nostro Paese con la Legge 107/2015
ha incassato pesanti osservazioni.
A pesare come un macigno è aver portato le
esperienze in azienda forzatamente a regime senza presupposti normativi alle
spalle e regole certe di stampo nazionale, indispensabili per tutelare gli
studenti impegnati negli stage aziendali. A tal riguardo Marcello
Pacifico, presidente Anief, rappresentante Confedir e Cisal ha sottolineato:
“ Per
rimediare a questi limiti, occorrerebbe incentivare le aziende, attraverso
regole certe e finanziamenti chiari solo responsabilizzando e coinvolgendo le
aziende in modo attivo si potrà parlare finalmente di progetti di alternanza
scuola-lavoro di ‘nobiltà’. Serve un programma di formazione non improvvisato e
piegato al volere delle aziende, come avviene oggi, ma ben definito sia a
livello di amministrazione centrale che di singolo istituto scolastico
superiore”.