Tutto è fermo sul contratto. Il
sindacato sta tentando di rimediare alla firma poco ponderata apposta
sull'intesa del 30 novembre 2016. Il governo non fa nulla! E' sordo alle
richieste che provengono dagli insegnanti. Sembra paradossale, ma si stanno creando
le condizioni per la "rinascita" di un sindacato maturo.
Tutto fermo!
Non c'erano dubbi! la vertenza
contrattuale si sta dimostrando molto difficile. Complessa! Sicuramente per il
sindacato, che sta provando ad uscire dall'angolo nel quale si è posto. La
situazione gli è sfuggita di mano! Non pensava di doversi impegnare tanto, per
proporre scenari diversi da quello "firmato" il 30 novembre 2016.
Probabilmente ipotizzava un impegno di routine e sicuramente più breve. E
invece?
A più di due anni dalla sentenza della
Corte Costituzionale, che ha formalizzato illegittimo il protrarsi del blocco
contrattuale e ad un anno dalla firma (poco rappresentativa degli interessi dei
dipendenti pubblici) del 30 novembre 2016, siamo ancora alla casella di
partenza! Nulla è stato sottoscritto. Di concreto esistono solo l'atto di
indirizzo generale e quello di comparto. Nulla più!
Tante chiacchiere, pochi fatti!
Eppure le tante dichiarazioni estive del
Ministro sulla necessità di una retribuzione europea degli stipendi degli
insegnanti e sul suo impegno a conseguire l'obiettivo, avevano creato qualche
illusione. L'ultima "dichiarazione" è l'accoglimento della
Commissione Cultura del Senato di una
richiesta di adeguare gli stipendi degli insegnanti alla media europea. Sicuramente
la presa in carico della Commissione ha una valenza maggiore. Ciò non significa
che le probabilità di successo siano
maggiori delle tante dichiarazioni
estive.
La condizione più favorevole per un
sindacato maturo
Consideriamo, però il bicchiere mezzo
pieno. La situazione di stallo contrattuale sta creando una condizione molto
favorevole al sindacato! Gli sta indicando la porta d'uscita dalla sala di
incontro, senza nulla sottobraccio. In altri termini: alzarsi dal tavolo
contrattuale, senza firmare nulla e salutare.
E' una situazione ideale per
recuperare la credibilità persa in questi anni, trascorsi tra uno sciopero e
una manifestazione che non hanno portato a nulla.
Restituirebbe un sindacato
rappresentativo degli interessi dei lavoratori. Praticamente tornerebbe con un
"pugno di mosche", ma "ricco" di quella funzione simbolica positiva che i docenti hanno ricercato inutilmente in
questi ultimi anni. Questa rottura
traumatica ha il grande vantaggio di lasciare
il governo solo e con il cerino in
mano.
Sicuramente questa situazione non è la migliore a pochi mesi dalle
elezioni. Avrà il coraggio il sindacato di agire in questo modo? Lo sapremo
presto!
Gianfranco Scialpi