Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Da noi
non si ha sentore di cosa possa essere un “sostegno” personale alla
professione, soprattutto laddove vi sono difficoltà oggettive con l’utenza e il
territorio, con alti tassi di alunni stranieri e di abbandono scolastico.
Inoltre, non si comprende il motivo per cui si debba intendere la selezione
quasi come un canale punitivo e non un viatico organizzato di crescita verso
chi è determinato a svolgere questa professione.
La stessa formazione in
itinere, con il bonus annuale dell’aggiornamento previsto dalla Buona Scuola, è
stata fatta passare come una concessione, mentre in Europa è la norma, peraltro
con incentivi e facilitazioni di ben altro spessore. E che dire dell’età
avanzata dei nostri docenti? Purtroppo andrà sempre peggio, perché all’eccesso
di anni di precariato, non ridotti dal nuovo reclutamento, si somma il mancato
allargamento dei beneficiari dell’Ape Social: i nostri docenti di scuola
primaria e secondaria, in pratica, andranno tutti in pensione a 70 anni o con
almeno 43 anni di contributi, incrementando il record della vergogna, tutto
italiano, dei docenti-nonni costretti a rimanere in cattedra loro malgrado.