Scuola,
dalle parole ai fatti. Quest'ultimi dicono sempre la stessa cosa: la scuola è
un bancomat!
Quante parole buttate al vento
Spesso la scuola è al centro di un "fiume di
parole". Vuote, che non portano a nulla. Pronunciate unicamente per fini
propagandistici o elettorali.
Un esempio? " L'impegno per il mondo dell'istruzione è centrale per il governo" La dichiarazione è di Paolo Gentiloni.
Un esempio? " L'impegno per il mondo dell'istruzione è centrale per il governo" La dichiarazione è di Paolo Gentiloni.
I fatti contraddicono sempre le parole
Ieri il suo governo ha concluso il mandato,
prelevando dalla scuola 160 milioni di €.
Si legge su "Il Fatto Quotidiano" di oggi:" Trentasei milioni in meno per il 2018, altri 36 nel 2019, poco più di 35 nel 2020. E ancora: 18 milioni in meno per il 2018,19 in meno per il 2019 e 17,2 milioni in meno per il 2020: l’eredità della spending review lasciata dal ministero dell’Istruzione passa per i tagli al fondo di funzionamento delle scuole e per quello di miglioramento dell’offerta formativa. Rispetto alle annualità. 2015-2016 e 2017, il cui andamento di spesa (impegnato) è stato crescente anche per effetto dei finanziamenti derivanti dalla legge 107/2015 – si legge – si dovrà procedere a una riduzione significativa di interventi specifici a favore delle istituzioni scolastiche”. E quindi l’elenco: 35.895.240 euro in meno per il 2018 (8,9 milioni per ogni grado, dalla prescolastica alla secondaria di secondo grado); 36 milioni tondi in meno per il 2019 (9 milioni per ogni grado); 35.350.000 in meno nel 2020 (ancora la media di 8,9 milioni per ogni grado). “La riduzione – si legge – comporterà la non attuazione di alcuni interventi specifici a favore del- le istituzioni scolastiche”.
Si legge su "Il Fatto Quotidiano" di oggi:" Trentasei milioni in meno per il 2018, altri 36 nel 2019, poco più di 35 nel 2020. E ancora: 18 milioni in meno per il 2018,19 in meno per il 2019 e 17,2 milioni in meno per il 2020: l’eredità della spending review lasciata dal ministero dell’Istruzione passa per i tagli al fondo di funzionamento delle scuole e per quello di miglioramento dell’offerta formativa. Rispetto alle annualità. 2015-2016 e 2017, il cui andamento di spesa (impegnato) è stato crescente anche per effetto dei finanziamenti derivanti dalla legge 107/2015 – si legge – si dovrà procedere a una riduzione significativa di interventi specifici a favore delle istituzioni scolastiche”. E quindi l’elenco: 35.895.240 euro in meno per il 2018 (8,9 milioni per ogni grado, dalla prescolastica alla secondaria di secondo grado); 36 milioni tondi in meno per il 2019 (9 milioni per ogni grado); 35.350.000 in meno nel 2020 (ancora la media di 8,9 milioni per ogni grado). “La riduzione – si legge – comporterà la non attuazione di alcuni interventi specifici a favore del- le istituzioni scolastiche”.
Da Gelmini a Gentiloni il copione si ripete
Siamo alle solite! Il copione si ripete. La
sceneggiatura, inaugurata pesantemente con il duo Gelmini-Tremonti (2008) con
il taglio di 8 miliardi di € e continuata con i governi successivi (Monti,
Letta,Renzi e Gentiloni. ) invia questo messaggio: la classe politica non crede
nella scuola. E probabilmente il Paese! A questo punto non è meglio chiuderla?
Nella migliore delle ipotesi, trasformarla in un centro ricreativo, supportato
da volontari?
Gianfranco
Scialpi