Ogni
scuola, deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di uscita
dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della
capacità di deflusso ed essere dotata di almeno 2 uscite verso luogo sicuro. Gli
spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente, qualora
distribuiti su più piani, devono essere dotati, oltre che della scala che serve
al normale afflusso, almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a
prova di fumo o a prova di fumo interna. La
larghezza delle vie di uscita deve essere multipla del modulo di uscita e non
inferiore a due moduli (m 1,20). La
misurazione della larghezza delle singole uscite va eseguita nel punto più
stretto della luce. Anche
le porte dei locali frequentati dagli studenti devono avere, singolarmente,
larghezza non inferiore a 1,20 m. La
lunghezza delle vie di uscita deve essere non superiore a 60 metri e deve
essere misurata dal luogo sicuro alla porta più vicina allo stesso di ogni
locale frequentato dagli studenti o dal personale docente e non docente. Detto questo Lucio Ficara su La Tecnica della Scuola testimonia episodi che vanno contro le regole di sicurezza sopra descritte.
Lucio scrive: " Nonostante la forte scossa sismica e la preoccupazione delle autorità, in una scuola di Reggio Calabria, alle ore 8.00 del mattino le uscite di sicurezza della scuola erano state bloccate, come è usale per quella scuola, con l’utilizzo di una sedia di quelle di aula. Il blocco di tali uscite, ci hanno spiegato gli studenti indignati, è stato architettato inserendo le gambe posteriori delle sedie tra i maniglioni antipanico e le due ante delle porte delle uscite di sicurezza ". Di seguito la fotografia ripresa dall'articolo de La Tecnica della Scuola del blocco della maniglia antipanico con le gambe di una sedia:
