La FLC CGIL sulla regionalizzazione della scuola ha una posizione chiara. Chi non la comprende potrebbe avere la coda di paglia

L’autonomia rafforzata chiesta da tre Regioni, due a guida leghista (Lombardia e Veneto) e una governata dal centro-sinistra (Emilia-Romagna), vede l’attuale governo gialloverde in posizioni contrapposte ( Lega favorevole, M5S attendista ). Tra le materie che sarebbero trasferite all’autonoma gestione delle Regioni, lasciando allo Stato solo la definizione delle norme generali, c’è anche l’istruzione scolastica: una antica rivendicazione della Lega Nord, accolta dal centro-destra berlusconiano nel 2005 ma bocciata dal referendum confermativo del 2006, ora rilanciata dalla Lega di Salvini. A tal riguardo riportiamo la posizione della Flc che non ammette dubbi sul suo pensiero contrario alla regionalizzazione della scuola: “l’istruzione è un diritto costituzionale indisponibile, un diritto di cittadinanza che già oggi si esercita nel nostro Paese in maniera disomogenea, con enormi differenze tra territori e territori: il nostro obiettivo oggi dovrebbe essere quello di cancellare la variabilità di questa geometria, non di aumentarla”. In questi giorni nella rete web circolano commenti e osservazioni che mettono in dubbio la posizione della Flc. A nostro avviso ( RTS ) che di scuola ne mastichiamo un po',  tale posizione rimane chiara e cristallina  e azzardiamo nel dire che chi non la capisce potrebbe avere la coda di paglia.