Questa è la lettera scritta dal maggiore
Marco Belladonna alla professoressa di Novara che in un post su Facebook aveva
insultato il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma.
«Carissima Professoressa, chi le scrive
è un Ufficiale Superiore dei Carabinieri, si documenti, se vuole sul grado e le
gerarchie perché non è questo il punto. Sono un Carabiniere e sono orgoglioso
di esserlo, sono una Medaglia di Bronzo al Valor Civile per aver fatto
desistere, nel 1998, un uomo da intenti suicidi. L’uomo era armato di fucile da
caccia e sono rimasto chiuso in casa sua per un’ora, parlando con lui e alla
fine lui è ancora in vita e io, per fortuna, pure dato che avevo il suo fucile
carico puntato contro. Durante la mia carriera ho avuto altre vicissitudini che
non sto a elencare.
Insomma, noi dalla sguardo poco intelligente ogni giorno
rischiamo la vita, come la rischiano tanti altri lavoratori nei confronti dei
quali non ci si rivolge come lei ha fatto verso il collega morto ieri a Roma,
l’ennesimo. Io non la giudico e non sono qui ad attaccarLa perché comunque, Lei
starà facendo i conti con la sua coscienza in questo momento».
«Sono qui per suggerirLe di comperare un
biglietto per Somma Vesuviana per domani per poter partecipare ai funerali del
collega cosicché possa chiedere scusa alla vedova, o in alternativa potrebbe
andare a Roma al nostro Comando Generale e scusarsi con il nostro Comandante
Generale per quanto Lei ha scritto. Vede io, comunque, ho scelto di difenderLa
e di difendere anche chi pensa che noi siamo per strada per uno stipendio
sicuro, per il posto fisso ed altre cose simili ed anche per Lei che magari è
convinta che noi, Carabinieri, abbiamo lo sguardo poco intelligente.
Un ultimo
consiglio, quando è in auto, a piedi o in bici e vede delle persone in
uniforme, si fermi e vada incontro ad esse e le ringrazi perché se Lei va in
giro tranquilla e serena è per merito loro che quando Lei dorme loro vegliano
su di Lei, che quando si diverte loro sono lì a sorvegliare affinché possa
divertirsi senza pensieri e così via. Nel suo profilo ho visto che Lei è madre
di un bellissimo bimbo, bene; gli racconti che sebbene noi abbiamo lo sguardo
poco intelligente, lui potrà stare al sicuro finché ci siamo noi e che non
dovrà mai aver paura di nulla quando vede un uomo in uniforme. Mi scusi se mi
sono permesso».