La carriera del lecchino, definito
anche adulatore, ruffiano, tirapiedi, inizia alla scuola d’infanzia, lì impara
ad ingraziarsi il potente a partire dal bambino più forte: l’attivista lecchino
si fa così le ossa. La carriera del lecchino prosegue e si fa sempre più fitta
di impegni, mentre lui, o lei, diventa sempre più abile. Era un principiante quando
ai tempi della scuola media durante l’intervallo si presentava sorridendo al
prof di turno con il caffè fumante; poi, alle superiori, è in grado di sedurre
il suo insegnante, con stile sdolcinato, per giustificare, magari, un malessere
non ben definito… fine ultimo: schivare l’interrogazione. Il tempo passa e i
piccoli lecchini crescono mentre il cerchio di conoscenze diventa più ampio,
come i favori da lesinare.
Sì, perché il lecchino non ti fa mai domande
dirette, ma striscia nella speranza di accaparrarsi quello di cui ha bisogno.
Così, a seconda del suo campo d’interesse, cerca di conoscere tutti quelli in
grado, nell’ambito del settore dove pensa di poter emergere, di favorirlo. Si mostra
generoso, dedito alla fatica, dichiara amicizia, fedeltà, disponibilità.
Arriva
a professarti amore per poi tradirti con quello di un gradino sopra di te
appena ha l’occasione. Ricordati che, grazie a te che hai creduto alle sue
lusinghe, è salito più su ed ha incontrato un altro a cui scroccare privilegi.