Comunicato stampa del 28/12/2019 ANCoDiS
A detta dell’ex Ministro Fioramonti
“pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della
ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da
destinare ad altre finalità quando c’è la volontà politica“.
Appunto….quando c’è la volontà politica!
(escludo ogni commento sui politici in campo perché ogni riferimento non
sarebbe casuale!)
Se ripercorriamo gli ultimi 25 anni del
governo del paese, la scuola è stata considerata uno dei bancomat dello Stato
italiano, depauperata, aggredita ed oltraggiata da tutti: parafrasando Leonardo
Sciascia, A ciascuno il suo …… piccone con il tacito assenso di tanti, troppi
complici!
Scelte politiche, silenzi sindacali e
più o meno velate condivisioni dei protagonisti del panorama culturale hanno
determinato una inesorabile emergenza ontologica del sistema scolastico ed una
generale perdita di fiducia da parte della società italiana.
Si è voluto portare la scuola ad una
condizione di sofferenza da curare con terapie palliative incapaci di fermare
quel decadimento che ha portato l’Italia verso l’attuale declino sociale,
culturale e, per certi aspetti, economico (altro che colpa dell’Europa!).
Pochi, in verità, hanno provato a fare
una terapia sistemica per cercare di curarne i sintomi ma nessuno ha voluto
combattere le “cause patogene” che ne hanno aggredito il ruolo sociale,
l’autorevolezza culturale, l’azione formativa ed educativa.
La scuola è divenuta la più debole
istituzione dello Stato per inaccettabili motivi economici, per inqualificabili
pregiudizi nei confronti dei docenti e – nell’indifferenza generale – per
l’azione strategica del “fuoco amico” che ne ha segnato forse irreparabilmente
le sorti.
In questo ventennio, molti hanno cercato
di indebolire, di frammentare, di mettere gli uni contro gli altri secondo il motto
latino “dìvide et ìmpera”.
Una nave d’altura in balia di una
tempesta ormai ultradecennale- la scuola – senza timoniere e senza meta, nella
quale il potere politico di turno ha deciso la rotta, chi includere e chi
lasciare nell’indifferenza, le risposte da dare alle diverse categorie
professionali, quali “clienti-elettori” soddisfare senza però alcuna attenzione
alla complessità del sistema!
Oggi non restano che due strade da
percorrere: restare ancorati ad un modello vecchio e superato nei fatti dalla
storia o immaginarne uno nuovo che mette al centro i diritti di tutti ma non
deroga sul rispetto dei doveri di ciascuno, nel quale si abbia il coraggio di
parlare di nuove forme di selezione del personale a tutti i livelli, di tempo
pieno su tutto il territorio nazionale, di attenzione alle periferie
riconoscendone anche il faticoso lavoro del personale, di pari opportunità per
gli alunni delle scuole del centro città e della sua periferia anche prevedendo
un fondo perequativo a tutela del diritto allo studio, di vera inclusione
scolastica, di carriera differenziata nell’area docente, di merito
professionale riconosciuto in modo trasparente e condiviso, di risorse
finanziarie da investire in cultura e non in spesa per istruzione!
Al terzo Ministro del MIUR della XVIII
legislatura – quale prima dichiarazione o atto pubblico – chiediamo non di
cancellare una legge o di modificare una circolare ma di farsi convinto
promotore del “ruolo costituzionale“ della scuola (cit. P. Calamandrei)
attraverso una Costituente Civica a difesa della scuola, quale luogo di
confronto tra tutti i protagonisti delle diverse componenti scolastiche, di
definizione della visione di un possibile futuro sociale e culturale
dell’Italia finalizzata a far risorgere un modello scolastico nel quale la
funzione educativa e formativa ritorni ad essere motivo di onore e di orgoglio
per le migliaia di donne e uomini che si spendono con determinazione per il
FUTURO del nostro paese.
Almeno che qualcuno pensi che…… “il
naufragar m’è dolce in questo mare”.