Riportiamo la parte iniziale di un articolo di Massimo Gramellini
" Da quando sono arrivato nella mia nuova scuola — scrive su Facebook il preside dell’istituto Giacomo Leopardi di Sant’Antimo, in provincia di Napoli — mi sembra di essere precipitato nel Sudafrica dell’apartheid. Alcuni genitori, ma anche alcuni professori, gli avrebbero chiesto di separare i ricchi dai poveri, creando classi per i figli dei professionisti e altre per quelli degli operai. Una discriminazione inaccettabile, più che mai in una scuola pubblica, la cui missione dovrebbe consistere nel garantire a tutti le stesse opportunità di partenza. Ma c’è un particolare, nello sfogo del preside, che non saprei se definire comico o drammatico: il linguaggio usato dai genitori benestanti per giustificare le loro richieste. «Abbiamo paura che i nostri figli prendino cattive abitudini». «Vogliamo che seguino le nostre orme» ".
" Da quando sono arrivato nella mia nuova scuola — scrive su Facebook il preside dell’istituto Giacomo Leopardi di Sant’Antimo, in provincia di Napoli — mi sembra di essere precipitato nel Sudafrica dell’apartheid. Alcuni genitori, ma anche alcuni professori, gli avrebbero chiesto di separare i ricchi dai poveri, creando classi per i figli dei professionisti e altre per quelli degli operai. Una discriminazione inaccettabile, più che mai in una scuola pubblica, la cui missione dovrebbe consistere nel garantire a tutti le stesse opportunità di partenza. Ma c’è un particolare, nello sfogo del preside, che non saprei se definire comico o drammatico: il linguaggio usato dai genitori benestanti per giustificare le loro richieste. «Abbiamo paura che i nostri figli prendino cattive abitudini». «Vogliamo che seguino le nostre orme» ".