In uno dei siti web più letti che parlano di scuola si pubblica un articolo dove un insegnante esprime la seguente riflessione sui colleghi: “ci sono in giro molti prof che non dovrebbero fare i prof “. Nell’articolo pubblicato su Youreduaction si scrive: “ Ho visto prof di lettere scrivere “Io c’è lo”. Ho sentito insegnanti insultare pesantemente i propri alunni, apostrofandoli con termini come “handicappati” e “idioti”. Ho visto una prof continuare a scrivere impassibilmente alla lavagna mentre dietro di lei i suoi alunni stavano passando alle mani. Ho visto una professoressa non riuscire a tenere la propria classe e scappare via, di corsa, bussare a quella accanto implorando aiuto al collega (che ero io). Ho visto professoresse piangere più volte davanti ai propri alunni per non riuscire a farli stare seduti. Il massimo poi mi è successo a uno scrutinio: si doveva decidere se promuovere o bocciare un ragazzino di prima media. Si vota per alzata di mano e si è in parità. C’è confusione, però, così chiedo di rivotare, in silenzio. E lì non si è più in parità: una prof aveva cambiato idea tra un voto e l’altro. In realtà non aveva cambiato idea: alla prima votazione non aveva capito di chi si stava parlando “.
In uno dei siti web più letti che parlano di scuola si pubblica un articolo dove un insegnante esprime la seguente riflessione sui colleghi: “ci sono in giro molti prof che non dovrebbero fare i prof “. Nell’articolo pubblicato su Youreduaction si scrive: “ Ho visto prof di lettere scrivere “Io c’è lo”. Ho sentito insegnanti insultare pesantemente i propri alunni, apostrofandoli con termini come “handicappati” e “idioti”. Ho visto una prof continuare a scrivere impassibilmente alla lavagna mentre dietro di lei i suoi alunni stavano passando alle mani. Ho visto una professoressa non riuscire a tenere la propria classe e scappare via, di corsa, bussare a quella accanto implorando aiuto al collega (che ero io). Ho visto professoresse piangere più volte davanti ai propri alunni per non riuscire a farli stare seduti. Il massimo poi mi è successo a uno scrutinio: si doveva decidere se promuovere o bocciare un ragazzino di prima media. Si vota per alzata di mano e si è in parità. C’è confusione, però, così chiedo di rivotare, in silenzio. E lì non si è più in parità: una prof aveva cambiato idea tra un voto e l’altro. In realtà non aveva cambiato idea: alla prima votazione non aveva capito di chi si stava parlando “.