Lo scorso 23 dicembre, il Governo, le Regioni e le Province autonome, le Province, le Città metropolitane e i Comuni hanno siglato in Conferenza Unificata l’intesa per la riapertura delle scuole a gennaio. Ci sono state importanti novità, anche rispetto al DPCM del 3 dicembre scorso. Le principali disposizioni che sono state oggetto di tantissime discussioni sui social, sono le seguenti:
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Uso
di bus privati per alleggerire la pressione sul servizio pubblico
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Militari
per i tamponi da effettuare agli studenti
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Scuole
aperte in orario pomeridiano con ingressi scaglionati
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Allungamento
dei calendari scolastici fino al 30 giugno 2021
Tutto fatto? Tutto definito?
Probabilmente si, ma perché non chiedere cosa ne pensino gli insegnanti, che
metteranno a rischio la loro Salute? Potevano essere consultate le loro
associazioni o meglio ancora i loro collegi docenti, visto la tanta decantata
autonomia scolastica. Ragioniamo per assurdo: e se gli insegnanti tutti uniti,
nel nome della loro salute e di quella dei famigliari più stretti, decidessero
di non entrare negli edifici scolastici, mettendo a rischio il loro stipendio
per i licenziamenti che ne conseguirebbero. Appunto un ragionamento per
assurdo, proprio perché tutti sanno che la
categoria degli insegnanti e l’unità di intenti ( anche per uno scopo nobile come
quello della tutela della salute pubblica ) sono 2 cose separate e distinte.